Ahinoi nelle spedizioni assicurate le franchigie esistono quasi sempre. Solitamente sono del 10% rispetto alla cifra assicurata ma hanno anche delle quote minime che vanno dai 30 ai 50 euro in caso il 10% risultasse poi troppo poco.
In pratica per la spedizione di piccoli oggetti o di oggetti di valore medio-basso non coprono praticamente nulla. Servono solo da deterrente in quanto essendo assicurate ed in teoria non conoscendo il valore di quanto contenuto, chi consegna ci mette un occhietto di riguardo in più.
Ma per il recupero delle somme perse sono una trappola, sia per i valori effettivi, sia per la lunghezza e la serie di opposizioni che poi vengono fatte per saldare effettivamente in caso di smarrimento avvenuto.
Una serie di complicazioni che peggio non si può e non credo che le assicurazioni dei corrieri siano molto differenti, anche perché spesso sono le medesime compagnie che assicurano entrambi.
Per rispondere, direi, che la tutela dovrebbe essere un'altra. La responsabilità del corriere. Se un pacco viene consegnato vuoto o rovinato, la responsabilità è del corriere sotto ogni punto di vista, assicurato o meno che sia. Per cui dovrebbe pagare lui perché è responsabile diretto della tutela di quello che viene consegnato.
Certo che se il destinatario non si fa parte diligente e non collabora con queste situazioni (ed a loro frega poco, tanto "c'è Paypal"), poi è complesso fare reclami ed è complesso fare rimostranze e portare avanti le proprie ragioni.
Tutele particolari precedenti non ne esistono, e le fotografie servono a poco come prova, per non dire quasi nulla. Il vero problema è la tendenza di Paypal ad incrinarsi in maniera pericolosa in certe situazioni, ovvero quando da ragione senza prove adeguate al reclamante, ed anche la sua tendenza a decidere a 360 gradi. Per una volta che da ragione all'acquirente, almeno altrettante le ha date al venditore per il medesimo motivo di reclamo o similare.
Il problema è quindi la mancanza di certezze e la mancanza di criteri oggettivi. E questi sono in realtà difficilissimi da stabilire.
Spero che non mi si lancino le pietre addosso per quanto sto per dire, ma sono constatazioni reali. Paypal svolge una funzione di tutela che è un manto che serve spesso per cercare di rendere vivibile un mercato online che ha le sue pericolosità insite nella metodica stessa di vendita a distanza attraverso strumenti teconologici.
Ma ha delle maniche che sono a volte troppo larghe e troppo disattente. In mancanza di prove oggettive, che siano dimostrabili o sostenibili, io credo che Paypal dovrebbe decidere di non decidere. Non dovrebbe dare ragione a nessuno e dichiararsi incompetente, semplicemente e con buona pace di chi reclama.
Un caso come il tuo è emblematico di questo genere di situazioni. Se l'acquirente non resce a dimostrare la situazione, magari e per esempio esibendo il fatto di avere chiesto la riserva di controllo alla consegna, non dovrebbe ricevere la ragione alla semplice affermazione sua.
Capisco che sia la parte teoricamente più debole all'inizio di una transazione, ma non vedo nemmeno la ragione di trasformare l'acquirente nella parte più blindata in situazioni limite tali, portando il venditore in una condizione di sostanziale inermità ed incapacità di difendersi da ogni situazione.
Io questo lo vedo come un atto di arbitrarietà comunque. Se non esistono prove Paypal non dovrebbe decidere ed affermarlo decisamente senza dire "hai torto tu od ha ragione l'altro". Impossibile stabilire, impossibile giudicare e stop.
A quel punto chi reclama utilizzerà altri modi, più leciti e più destinati al bisogno, per cercare di avere la sua ragione se dimostrabile. Perché è proprio questo il succo della questione: si ha ragione quando la si dimostra. E questo è un principio che dovrebbe valere sempre.
Con Paypal, e peggio con Ebay ultimamente, si sta invece spesso stabilendo il principio che ha ragione "chi lamenta" e segnatamente l'acquirente. E questo, a mio modo di vedere, non va bene per nulla perché l'inganno, la truffa o la superficialità sono troppo facilmente utilizzabili per avere una "ragione" quasi garantita, ma allo stato dei fatti non dovuta.
Quindi non è la "tutela preventiva" che ti salva, ma bensì il persistere di questo genere di situazioni che ti danneggia. E di fronte a questo genere di danni, non può esistere un buon metodo di tutela preventiva.
Se non si ha certezza dell'onestà di un corriere che dovrebbe essere un professionista serio, se non si ha certezza dell'attendibilità di acquirente, che dovrebbe essere serio e non disonesto, se le assicurazioni praticamente sono uno specchietto per allodole, se non si ha la certezza che chi chiamato a giudicare non lo faccia in assenza di prove oggettive, si tirano le somme e si capisce bene quanta tutela si possa avere in realtà in questo genere di transazioni.
