Ebay rispetta i termini per il diritto di recesso, paypal no.

[mistercamerashop]

Ebay da un po' ci chiede di indicare i termini per la restituzione dell'oggetto da parte dell'acquirente, allineandosi con la nuova normativa europea che prevedera' 14 giorni di tempo per il recesso. Cosa giusta se ebay utilizzasse questa informazione.

Infatti accade che se l'acquirente lascia trascorrere anche 1 mese, durante il quale puo' anche utilizzare l'oggetto a suo piacimento, e apre un reclamo paypal dicendo che l'oggetto non gli piace....paypal gli rimborsa tranquillamente il tutto, anche le spese (es. spedizione) che noi abbiamo sostenuto, ritrovandoci ad averci rimesso soldi e tempo e riavere indietro un oggetto usato.

Cornuti e mazziati come si dice.

Allora, sta legge dei 14 giorni la lasciamo solo scritta oppure la facciamo anche rispettare???

[moriadellevacche]

Guarda che tu confondi il recesso con la garanzia di legge, sono due cose distinte.

Il recesso è il semplice ripensamento e non necessita di motivazione, questa fattispecie non è prevista da PayPal quindi il tuo esempio non è attinente.

la conformità ai sensi del Codice del Consumo invece devi garantirla per 24 mesi, quindi ben più dei 45 gg che offre PayPal nel caso di oggetto non conforme.

Inoltre per le spese:

- in caso di recesso sono a carico dell'acquirente solo le spese di reso (ed eventualmente quelle della raccomandata per segnalartelo, ma sar ebbe ora che tutti accettassero le mail visto che la legge lo consente);

- in caso di non conformità sono a carico del venditore TUTTE le spese, anche quelle di reso e sostituzione o di invio in  assistenza.

Come vedi non c'è pezza.

Ciao

[mistercamerashop]

Forse non sono stato abbastanza chiaro io.

La gente se ne frega del recesso, tanto c'e' la controversia paypal che costa meno e mi concede piu' tempo.

Ovvero non considerano affatto il termine di 14 giorni e l'invio della raccomandata di recesso, gli conviene aprire una contestazione su paypal con una scusa qualsiasi ed e' sicuro al 100% che paypal li rimborsi.

Su 8 esempi del genere capitati solo nell'ultimo mese 2 erano di utenti che non avevano ben letto la descrizione, 6 erano utenti che lamentavano un difetto inventandoselo di sana pianta, infatti quando abbiamo nuovamente il prodotto in mano il difetto non c'era.

E indagando ci siamo accorti che si tratta di un'anomalia tutta Italiana, infatti 1 mese fa ho acquistato un prodotto dalla germania che risultava difettoso; aperta la contestazione paypal mi chiede una perizia tecnica per verificare la veridicita' del difetto!!

Ai miei aquirenti non hanno mai chiesto perizie e contattando paypal mi dicono che con la Germania hanno differenti accordi e le perizie sono sempre richieste.

Quindi il succo e': il recesso non serve, tanto c'e' paypal!

[moriadellevacche]

PayPal le perizie le chiede, magari non sempre (e questo è anomalo) ma le chiede.

Adesso il tuo discorso è più chiaro ma, perdonami, non è ugualmente condivisibile, la responsabilità è degli individui non degli strumenti che utilizzano in modo arbitrario, non etico ed a volte addirittura truffaldino.

E mi riferisco sia ai venditori che agli acquirenti, perchè se  ci sono acquirenti che abusano di paypal per ottenere garanzie che altrimenti gli verrebbero negate un pò è anche colpa dei venditori che quando possono fanno i vaghi e spesso applicano condizioni capestro approfittando della sostanziale impunità.

Il recesso serve, anche nel tuo caso visto che le regole sul recesso che pubblichi nelle inserzioni non sono conformi alla norma (niente spese per l'acquirente salvo quelle di reso).

Ciao

[mistercamerashop]

Mi spiace, ma non ho mai sentito che paypal abbia chiesto una perizia per una controversia con un venditore Italiano, ho ben indagato e mi e' stato ammesso telefonicamente da piu' di un addetto all'assisetnza.

E anche se fosse, come dici tu, dovrebbero chiederle sempre, i furboni ci sono e quindi bisogna mettergli i bastoni tra le ruote, non facilitargli il compito.

Perche' per me che devo una partita di calcetto e non ho le scarpe adatte, mi riesce facile acquistarle via paypal, farmi la mia partita con le scarpe nuove fiammanti e poi aprire una contestazione ottenendo il rimborso e pagando solo la rispedizione indietro al povero venditore che si ritrovera' delle scarpe usate.

Riguardo le regole che pubblichiamo sono assolutamente in linea con la legge: se un cliente acquista un prodotto da 50 euro + 5 euro di spese di spedizione e' ovvio che gli dovrebbe essere rimborsato solo il costo dell'oggetto....paypal invece rimborsa tutto.

[moriadellevacche]

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@mistercamerashop ha scritto:
 

Riguardo le regole che pubblichiamo sono assolutamente in linea con la legge: se un cliente acquista un prodotto da 50 euro + 5 euro di spese di spedizione e' ovvio che gli dovrebbe essere rimborsato solo il costo dell'oggetto....paypal invece rimborsa tutto.

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Spiace a me contraddirti, la Legge dice questo:

ai sensi dell'articolo 67, comma 3 del Codice del Consumo, sono a carico del consumatore solo “le spese dirette di restituzione del bene al mittente”.

Se quanto sopra non ti basta leggi il parere ufficiale dell'Autorità Garante della concorrenza e del Mercato in questa delibera (un pdf molto istruttivo anche nelle conclusioni):

Delibere AGCM

In merito alla richiesta di perizie parlo sia per esperienza personale che per esperienza di forum, riferite cioè dagli acquirenti.

Ciao

[mistercamerashop]

Ho capito cosa dice la legge, ma il recesso si riferisce al BENE non alle spese di spedizione sostenute per inviarlo. Come si fa a fare un recesso delle spese di spedizione?
Se ti vendo una statua enorme e pago 500 euro di corriere per spedirla.....poi se recedi devo rimborsarti anche la spedizione?
Evidentemente ti riferisci alle spese accessorie esorbitanti che alcuni venditori applicavano in passato rendendo poco appetibile il recesso, per questo e' nato quel comma.

[moriadellevacche]

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@mistercamerashop ha scritto:
Ho capito cosa dice la legge, ma il recesso si riferisce al BENE non alle spese di spedizione sostenute per inviarlo. Come si fa a fare un recesso delle spese di spedizione?
Se ti vendo una statua enorme e pago 500 euro di corriere per spedirla.....poi se recedi devo rimborsarti anche la spedizione?
Evidentemente ti riferisci alle spese accessorie esorbitanti che alcuni venditori applicavano in passato rendendo poco appetibile il recesso, per questo e' nato quel comma.

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Quindi tu interpreti la legge, ma non devi fare così la legge va applicata e basta ed è chiarissima.

LE SOLE SPESE DOVUTE DALL'ACQUIRENTE IN CASO DI RECESSO SONO QUELLE DI RESO, e non sempre oltretutto.

Se leggi la delibera fino in fondo, cioè fino alle conclusioni è ben specificato che non si riferisce solo ai costi accessori e non stabilisce un limite di importo, ma dice chiaramente che nessun costo può essere detratto alla somma pagata dall'acquirente.

41. Non rispondono inoltre al vero le informazioni contenute nelle Condizioni Generali di Vendita diffuse da *****, in
base alle quali, per l’esercizio del diritto di recesso, sarebbero a carico del consumatore le spese sostenute dal
professionista a titolo di spedizione e di incasso e i costi accessori, nonché una somma pari al 10% (con un minimo di
10 euro) per gli oggetti acquistati in asta eBay. La legge pone infatti a carico del consumatore, qualora espressamente
previsto dal contratto, esclusivamente le “spese dirette di restituzione del bene al mittente” (articolo 67, comma 3, del
Codice del Consumo)

Quel "qualora espressamente previste dal contratto" significa addirittura che se tu non lo specifichi nemmeno le spese di reso sono a carico dell'acquirente.

Non puoi detrarre i costi della spedizione e questo ha una ragione ben precisa,la Norma individua nell'acquirente la parte contrattualmente debole di una transazione online, quella cioè che acquista fidandosi del venditore e della descrizione che questi fa dell'oggetto senza poterlo verificare direttamente come farebbe in un normale negozio e considera la vendita online economicamente vantaggiosa per il venditore che ha meno costi a proprio carico, quindi attribuisce all'acquirente la possibilità di recedere entro un termine determinato e senza costi a parte quelli del reso.

Giuste o sbagliate che si possano considerare queste valutazioni del Legislatore è Legge e va rispettata, e le sanzioni ci sono come puoi notare leggendo la delibera.

Ciao

[mistercamerashop]

Ti riporto questo articolo, il primo che ho trovato:
http://www.shinynews.it/diritto/0904-recesso.shtml

dove puoi leggere questo:

"Anche le eventuali spese di spedizione devono essere rimborsate se comprese nel prezzo, mentre se sono state addebitate a parte, e con l’opportuna indicazione, non dovranno essere rimborsate."

[moriadellevacche]

E' sbagliato, l'articolo è del 2004 e quindi antecedente alla delibera del 2010 della Corte di Giustizia Europea che ha chiarito questo punto:

Diritto Recesso: le spese di consegna devono essere rimborsate ...

Quest’ultima ha dunque dovuto pronunciarsi sul seguente quesito: secondo la direttiva europea è consentito alle normative nazionali addebitare al consumatore le spese “originarie” di consegna dei beni quando è esercitato il diritto di recesso?

Ebbene, la Corte di Giustizia  ha fondato la propria decisione sull’articolo della direttiva europea che tratta la questione ( art.6 n.1 e n. 2 direttiva 97/7) il quale prevede che “il fornitore è tenuto al rimborso delle somme versate dal consumatore, che dovrà avvenire gratuitamente” e che “ le uniche spese eventualmente a carico del consumatore dovute all’esercizio del suo diritto di recesso sono le spese dirette di spedizione dei beni al mittente”.

Ha dunque chiarito che in capo al venditore sussiste un obbligo generale di rimborso riguardante tutte le somme versate dal consumatore risultanti dal contratto, qualunque sia la causa del pagamento delle stesse.

Quindi non può essere svolta una distinzione tra prezzo del bene e spese di consegna: il merchant deve restituire tutte le somme versategli dal consumatore.

Infatti, ritengono i giudici europei, lo scopo della direttiva è quello di evitare che il consumatore sia dissuaso dall’esercitare il suo diritto recesso. E per il consumatore dover sostenere, oltre alle spese di restituzione al venditore-mittente, anche quelle di consegna “originarie”, potrebbe rendere antieconomico l’esercizio del diritto di recesso e dunque scoraggiarlo dall’esercitarlo.

Rimane, invece, pacifico, che spettano al consumatore le spese dirette di restituzione del bene al mittente (merchant) ma, attenzione, solo ove ciò sia espressamente previsto dal contratto. Concludendo, il merchant, in caso di recesso del consumatore,  dovrà provvedere a restituirgli tutte le somme che ha ricevuto: prezzo del bene e spese di consegna. Dovrà, poi, non dimenticarsi di inserire nelle clausole contrattuali l’obbligo a carico esclusivo del consumatore di sostenere le spese di restituzione del bene al mittente in caso di recesso.