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BAR SPORT (il tempo, lo spazio e le affinità elettive)

approdare qua è stato come raggiungere heimat , la terra natia. dopo la traversata di un deserto dove i compagni di viaggio svanivano inghiottiti dal ghibli, un oasi. un locale. lo gestisce una eterea creatura dal susohiki con connessione a banda larga. in un angolo della veranda seduto davanti a una spremuta di carote il mio amico. dopo aver comunicato solo per lettera, ho l'occasione di parlargli ancora. mi siedo. sono giunto.
ed ho una certezza: i compagni che ho lasciato non si sono persi tra la sabbia, stanno percorrendo altre strade e un giorno ci ritroveremo.... al bar sport al roxy bar o al tibetan blue.

^^^^^^^
queste il vissuto dell'altro giorno.
poi leggo un post di 7ghiri che parla di bar e ordina da bere.
è stato un lampo.
^^^^^^^

a volte per andare al bar passo davanti ad un locale in disarmo il Cuckoo's Nest, ritrovo un tempo alla moda, rovinato dalla mancanza di garbo del personale e dalla superbia e l'esosità dell'imprenditore. La tenutaria, anna karenina passa le giornate confabulando con se stessa e sporadicamente accoglie la fugace presenza di avventori in cerca delle vecchie glorie che animavano il luogo. a volte sono tentato di entrare a pavoneggiarmi un poco, ma la vita è breve e il tempo poco. ____




FREE S.O.B.ZONE
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BAR SPORT (il tempo, lo spazio e le affinità elettive)

fifoncello
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Poi potreste anche organizzarvi per incontrare il Grande Guru che è lì vicino.
Che incontro di Grandi Menti! :^O .



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fifoncello
Utente della Community
E mettici un capuccino, dai blau! :^O .



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BAR SPORT (il tempo, lo spazio e le affinità elettive)

xcollezrrn
Utente della Community
Quando si mette a fare satira dà il meglio di sè


«Grandissimo presidente, in te nessun calcolo politico»


Nuovo show del capo del governo italiano, Silvio Berlusconi, ieri ospite a Washington per un colloquio con il presidente Usa Bush (l'ultimo, visto che le elezioni sono ormai alle porte). «La storia dirà che George W. Bush è stato un grande, grandissimo presidente degli Stati Uniti», ha esordito il cavaliere. Ma poi, come se non bastasse, Berlusconi ha aggiunto: «Sono stato onorato di poter cooperare con te, ho trovato in te un uomo di grandi ideali e di grandi principi - ha spiegato rivolto a Bush durante la cerimonia di benvenuto sul prato della Casa bianca - Non ho mai trovato in te il calcolo del politico, ma sempre la sincerità e la spontaneità di una persona che crede profondamente in quello che fa». Le cronache raccontano anche di un regalo a Bush: «Uno splendido vaso Ginori con raffigurate le tre Grazie e decine di cravatte e foulard Marinella». Bush ha ricambiato con un complimento a Berlusconi: «Statista di una grande nazione e un cordiale amico degli Stati Uniti».

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BAR SPORT (il tempo, lo spazio e le affinità elettive)

ale_intonso
Utente della Community
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ORGOGLIO ITALIANO
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:-x
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. ------------ non ho opinioni --- sono sempre d'accordo con tutti --------------

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bannare i tonsi porta jella ... meditate e se siete ancora vivi PENTITEVI
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BAR SPORT (il tempo, lo spazio e le affinità elettive)

muggineblu
Utente della Community
:^O .
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Official A.C.F.E. member #13
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"essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare" (P.Neruda)
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BAR SPORT (il tempo, lo spazio e le affinità elettive)

muggineblu
Utente della Community
Le piace il nuovo ordine dato
al Forum Libri e Riviste ?

delirio di onnipotenza=imbecillit@' .
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Official A.C.F.E. member #13
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"essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare" (P.Neruda)
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BAR SPORT (il tempo, lo spazio e le affinità elettive)

fifoncello
Utente della Community
= muggine. ;-) .



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BAR SPORT (il tempo, lo spazio e le affinità elettive)

xcollezrrn
Utente della Community
Chi non ricorda del "NUOVO MIRACOLO ITALIANO"...sono passati 14 anni ma, alla fine, ce l'abbiamo fatta!


15 milioni di poveri e l'Italia somiglia al Sudamerica



Sono l'altra faccia della crisi. Ma non c'è nessun piano di emergenza, nessuna montagna di soldi pubblici in arrivo per loro. Piuttosto, il precipitare di una crisi economica (reale) che non potrà che peggiorare le cose. Allarma il rapporto Caritas diffuso ieri. Il 13% della popolazione italiana (7,5 milioni di persone) è povera e vive di un reddito mensile di 5-600 euro al mese, la metà della media nazionale. Ma ci sono almeno altrettante persone che campano con poco di più, persone che superano la soglia di povertà di una cifra compresa tra 10 e 50 euro al mese. Quindici milioni in tutto. E l'Italia, dice la Caritas, «assomiglia sempre più a un paese del Sudamerica».

Un paese dove le disuguaglianze si approfondiscono progressivamente, e dove la «mobilità sociale» ha i tratti di una chimera. A tal punto che il quinto delle famiglie con i redditi più bassi percepisce appena il 7% del reddito totale, mentre il quinto delle famiglie dal reddito più alto si mangia il 40,8% del reddito complessivo. E' il cosiddetto working poor ad essere diventato una realtà nel paese, come mostra anche l'inchiesta di massa (100 mila lavoratrici e lavoratori intervistati) realizzata dalla categoria dei metalmeccanici Cgil: oltre il 40% degli intervistati è sulla soglia della «povertà relativa» che l'Istat quantifica in un reddito di 1200 euro per le famiglie di tre persone, 1500 euro per i nuclei familiari di quattro o cinque persone.

Persone non autosufficienti, anziani soli, famiglie con figli, sono i soggetti «più a rischio» nel rapporto Caritas. Non è tutto: «Nell'Europa a 15, l'Italia presenta una delle più alte percentuali di popolazione a rischio povertà». Ciò nonostante, «siamo il paese, dopo la Grecia, dove i trasferimenti sociali hanno il minor impatto per ridurre il numero di poveri». Paesi come l'Inghilterra destinano alla lotta all'esclusione sociale l'1,7% della ricchezza nazionale, la media europea è dello 0,9%, in Italia siamo allo 0,1%.

Ma non si tratta solo di una questione quantitativa. Perchè l'altra faccia della medaglia è la manomissione dei servizi pubblici perseguita con abilità certosina da questo governo. Perciò tra le proposte avanzate nel rapporto c'è l'adozione di una misura universale di sostegno al reddito, investimenti in servizi pubblici essenziali, la tutela di anziani e portatori di handicap, oltre a misure di sostegno all'affitto e edilizia pubblica per affrontare l'emergenza casa.

«I dati della Caritas sono una vergogna nazionale» - dice il segretario del Prc, ex ministro della solidarietà sociale, Paolo Ferrero - «e parlano direttamente a un governo che pensa solo ad aiutare banchieri e speculatori, e che non si preoccupa affatto della vita reale e concreta delle famiglie italiane che non arrivano a fine mese». Secondo il leader del Pd, Walter Veltroni, «questa è la vera emergenza nazionale», per la quale «non serve nessun tavolo, ma risorse immediate».


Ieri, in una nota e molto seguita trasmissione di rai2 (il fatto che sia molto seguita sta facendo innervosire il nostro pdc) c'era un certo per la vedova, con la vedova (me sembro emilio eh eh)...insomma c'era uno che ciaveva 'na faccia da vedova che, alla citazione di questi dati, puntualizzava a più riprese che si trattava di povertà relativa. Emmecojons!...immagina se fosse stata assoluta...ci ritroveremmo a campare con 1 Euro al giorno!
Bisogna riconoscere che il nostro pdc ha un fiuto speciale nel trovare, accudire e mandare in giro certi fenomeni.

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Messaggio 8878 di 9.753
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BAR SPORT (il tempo, lo spazio e le affinità elettive)

fifoncello
Utente della Community
La novella da Dioneo raccontata, prima con un poco di vergogna punse i cuori delle donne ascoltanti e con onesto rossore né loro visi apparito ne diedon segno; e poi quella, l'una l'altra guardando, appena del ridere potendosi astenere, sogghignando ascoltarono. Ma venuta di questa la fine, poiché lui con alquante dolci parole ebber morso, volendo mostrare che simili novelle non fosser tra donne da raccontare, la reina verso la Fiammetta, che appresso di lui sopra l'erba sedeva, rivolta, che essa l'ordine seguitasse le comandò. La quale vezzosamente e con lieto viso a lei riguardando incominciò.
Sì perché mi piace noi essere entrati a dimostrare con le novelle quanta sia la forza delle belle e pronte risposte, e sì ancora perché quanto negli uomini è gran senno il cercar d'amar sempre donna di più alto legnaggio ch'egli non è, così nelle donne è grandissimo avvedimento il sapersi guardare dal prendersi dello amore di maggiore uomo ch'ella non è, m'è caduto nell'animo, donne mie belle, di mostrarvi, nella novella che a me tocca di dire, come e con opere e con parole una gentil donna se' da questo guardasse e altrui ne rimovesse.

Era il marchese di Monferrato, uomo d'alto valore, gonfaloniere della Chiesa, oltre mar passato in un general passaggio da' cristiani fatto con armata mano. E del suo valore ragionandosi nella corte del re Filippo il Bornio, il quale a quel medesimo passaggio andar di Francia s'apparecchiava, fu per un cavalier detto non essere sotto le stelle una simile coppia a quella del marchese e della sua donna; però che, quanto tra' cavalieri era d'ogni virtù il marchese famoso, tanto la donna tra tutte l'altre donne del mondo era bellissima e valorosa.

Le quali parole per sì fatta maniera nell'animo del re di Francia entrarono, che, senza mai averla veduta, di subito ferventemente la cominciò ad amare e propose di non volere, al passaggio al quale andava, in mare entrare altrove che a Genova; acciò che quivi, per terra andando, onesta cagione avesse di dovere andare la marchesana a vedere, avvisandosi che, non essendovi il marchese, gli potesse venir fatto di mettere ad effetto il suo disio.

E secondo il pensier fatto mandò ad esecuzione; per ciò che, mandato avanti ogni uomo, esso con poca compagnia e di gentili uomini entrò in cammino; e avvicinandosi alle terre del marchese, un dì davanti mandò a dire alla donna che la seguente mattina l'attendesse a desinare. La donna, savia e avveduta, lietamente rispose che questa l'era somma grazia sopra ogni altra e che egli fosse il ben venuto. E appresso entrò in pensiero che questo volesse dire, che un così fatto re, non essendovi il marito di lei, la venisse a visitare; né la 'ngannò in questo l'avviso, cioè che la fama della sua bellezza il vi traesse. Nondimeno, come valorosa donna dispostasi ad onorarlo, fattisi chiamare di que' buoni uomini che rimasi v'erano, ad ogni cosa opportuna con loro consiglio fece ordine dare, ma il convito e le vivande ella sola volle ordinare. E fatte senza indugio quante galline nella contrada erano ragunare, di quelle sole varie vivande divisò a' suoi cuochi per lo convito reale.

Venne adunque il re il giorno detto, e con gran festa e onore dalla donna fu ricevuto. Il quale, oltre a quello che compreso aveva per le parole del cavaliere, riguardandola, gli parve bella e valorosa e costumata, e sommamente se ne maravigliò e commendolla forte, tanto nel suo disio più accendendosi, quanto da più trovava esser la donna che la sua passata stima di lei. E dopo alcun riposo preso in camere ornatissime di ciò che a quelle, per dovere un così fatto re ricevere, s'appartiene, venuta l'ora del desinare, il re e la marchesana ad una tavola sedettero, e gli altri secondo la lor qualità ad altre mense furono onorati.

Quivi essendo il re successivamente di molti messi servito e di vini ottimi e preziosi, e oltre a ciò con diletto talvolta la marchesana bellissima riguardando, sommo piacere avea. Ma pure, venendo l'un messo appresso l'altro, cominciò il re alquanto a maravigliarsi, conoscendo che quivi, quantunque le vivande diverse fossero, non per tanto di niuna cosa essere altro che di galline. E come che il re conoscesse il luogo, là dove era, dovere esser tale che copiosamente di diverse salvaggine avervi dovesse, e l'avere davanti significata la sua venuta alla donna spazio l'avesse dato di poter far cacciare; non pertanto, quantunque molto di ciò si maravigliasse, in altro non volle prender cagione di doverla mettere in parole, se non delle sue galline, e con lieto viso rivoltosi verso lei disse:

- Dama, nascono in questo paese solamente galline senza gallo alcuno

La marchesana, che ottimamente la dimanda intese, parendole che secondo il suo disidero Domenedio l'avesse tempo mandato opportuno a poter la sua intenzion dimostrare, al re domandante, baldanzosamente verso lui rivolta, rispose:

- Monsignor no, ma le femine, quantunque in vestimenti e in onori alquanto dall'altre variino, tutte perciò son fatte qui come altrove.

Il re, udite queste parole, raccolse bene la cagione del convito delle galline e la virtù nascosa nelle parole; e accorsesi che invano con così fatta donna parole si gitterebbono, e che forza non v'avea luogo; per che così come disavvedutamente acceso s'era di lei, così saviamente era da spegnere per onor di lui il mal concetto fuoco. E senza più motteggiarla, temendo delle sue risposte, fuori d'ogni speranza desinò; e, finito il desinare, acciò che col presto partirsi ricoprisse la sua disonesta venuta, ringraziatala dell'onor ricevuto da lei, accomandandolo ella a Dio, a Genova se n'andò. .



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Messaggio 8879 di 9.753
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BAR SPORT (il tempo, lo spazio e le affinità elettive)

fifoncello
Utente della Community
Emilia, la quale appresso la Fiammetta sedea, essendo già stato da tutte commendato il valore e il leggiadro gastigamento della marchesana fatto al re di Francia, come alla sua reina piacque, baldanzosamente a dire cominciò.
Né io altresì tacerò un morso dato da un valente uomo secolare ad uno avaro religioso con un motto non meno da ridere che da commendare.

Fu adunque, o care giovani, non è ancora gran tempo, nella nostra città un frate minore inquisitore della eretica pravità, il quale, come che molto s'ingegnasse di parere santo e tenero amatore della cristiana fede, sì come tutti fanno, era non men buono investigatore di chi piena aveva la borsa, che di chi di scemo nella fede sentisse. Per la quale sollecitudine per avventura gli venne trovato un buono uomo, assai più ricco di denari che di senno, al quale, non già per difetto di fede, ma semplicemente parlando, forse da vino o da soperchia letizia riscaldato, era venuto detto un dì ad una sua brigata se' avere un vino sì buono che ne berrebbe Cristo.

Il che essendo allo inquisitore rapportato, ed egli sentendo che gli suoi poderi eran grandi e ben tirata la borsa, cum gladiis et fustibus impetuosissimamente corse a formargli un processo gravissimo addosso, avvisando non di ciò alleviamento di miscredenza nello inquisito, ma empimento di fiorini nella sua mano ne dovesse procedere, come fece. E fattolo richiedere, lui domandò se vero fosse ciò che contro di lui era stato detto. Il buono uomo rispose del sì , e dissegli il modo. A che lo 'nquisitore santissimo e divoto di san Giovanni Boccadoro disse:

- Dunque hai tu fatto Cristo bevitore e vago de' vini solenni, come se egli fosse Cinciglione o alcuno altro di voi bevitori ebriachi e tavernieri? E ora, umilmente parlando, vuogli mostrare questa cosa molto essere leggiera. Ella non è come ella ti pare; tu n'hai meritato il fuoco, quando noi vogliamo, come noi dobbiamo, verso te operare.

E con queste e con altre parole assai, col viso dell'arme, quasi costui fosse stato epicuro negante la etternità delle anime, gli parlava. E in brieve tanto lo spaurì che il buono uomo per certi mezzani gli fece con una buona quantità della grascia di san Giovanni Boccadoro ugner le mani (la quale molto giova alle infermità delle pestilenziose avarizie de' cherici, e spezialmente de' frati minori, che denari non osan toccare) acciò ch'egli dovesse verso lui misericordiosamente operare.

La quale unzione, sì come molto virtuosa, avvegna che Galieno non ne parli in alcuna parte delle sue medicine, sì e tanto adoperò, che il fuoco minacciatogli di grazia si permutò in una croce; e, quasi al passaggio d'oltremare andar dovesse, per far più bella bandiera, gialla gliele pose in sul nero. E oltre a questo, già ricevuti i denari, più giorni appresso di se' il sostenne, per penitenzia dandogli che egli ogni mattina dovesse udire una messa in Santa Croce e all'ora del mangiare avanti a lui presentarsi, e poi il rimanente del giorno quello che più gli piacesse potesse fare.

Il che costui diligentemente faccendo, avvenne una mattina tra l'altre che egli udì alla messa uno evangelio, nel quale queste parole si cantavano: - Voi riceverete per ogn'un cento, e possederete la vita etterna - ; le quali esso nella memoria fermamente ritenne, e, secondo il comandamento fattogli, ad ora di mangiare davanti allo inquisitore venendo, il trovò desinare. Il quale lo 'nquisitore domandò se egli avesse la messa udita quella mattina. Al quale esso prestamente rispose:

-Messer sì.

A cui lo 'nquisitore disse:

- Udisti tu in quella cosa niuna della quale tu dubiti o vogline domandare?

- Certo- rispose il buono uomo- di niuna cosa che io udissi dubito, anzi tutte per fermo le credo vere. Udìne io bene alcuna che m'ha fatto e fa avere di voi e degli altri vostri frati grandissima compassione, pensando al malvagio stato che voi di là nell'altra vita dovrete avere.

Disse allora lo 'nquisitore:

- E qual fu quella parola, che t'ha mosso ad aver questa compassion di noi?

Il buono uomo rispose:

- Messere, ella fu quella parola dello evangelio, la qual dice: - Voi riceverete per ogn'un cento-

. Lo inquisitore disse:

- Questo è vero; ma perché t'ha per ciò questa parola commosso?

- Messere,- rispose il buono uomo - io vel dirò: poi che io usai qui, ho io ogni dì veduto dar qui di fuori a molta povera gente, quando una e quando due grandissime caldaie di broda, la quale a' frati di questo convento e a voi si toglie sì come soperchia, davanti; per che, se per ogn'una cento vene fieno rendute di là, voi n'avrete tanta che voi dentro tutti vi dovrete affogare.

Come che gli altri, che alla tavola dello inquisitore erano, tutti ridessono, lo 'nquisitore sentendo trafiggere la lor brodaiuola ipocresia, tutto si turbò; e se non fosse che biasimo portava di quello che fatto avea, un altro processo gli avrebbe addosso fatto, per ciò che con ridevol motto lui e gli altri poltroni aveva morsi; e per bizzarria gli comandò che quello che più gli piacesse facesse, senza più davanti venirgli. .



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