Ebay centra laddove da ragione ad un acquirente contro tutte le norme di questo paese. Non dovrebbe fare così, ma agevolare invece i due protagonisti nel farsi rimborsare dal vettore (che per inciso non si può rifugiare sui pochi euro a Kg. perché non centra affatto nulla la convenzione di Vienna con queste cose che invece sono normate dalle leggi italiane).
Infatti esistono anche le sedi di conciliazione, proprio di poste italiane per esempio, che sono istituite perchè i casi di rimborsi scarsi da loro tributati, quando portati in giudizio, le vedono perdere sistematicamente e sono quindi costrette a rimborsare i valori reali delle perdite che provocano.
Oppure sarebbe una scelta occulata e giusta, dal punto di vista di Ebay, quella di non entrare affatto in mezzo a queste cose con garanzie che non sono tali, metodi di decisione che sono sempre ondivaghi e non certi e tutte queste bellle amenità che invece sciorinano a profusione.
Oppure, se proprio vogliono, mettano a disposizione un protocollo od una casistica che dia certezza e che permetta ai venditori di capire quale rischio stiano correndo.
In presenza di prova di spedizione in questo paese un venditore è irresponsabile e quindi non è soggetto a rimborsi (basta leggersi l'art. 1510 del codice civile). Per esserlo deve essere PROVATA una sua responsabilità che lo coinvolga direttamente.
Quindi questo significa che Ebay non può dare automaticamente ragione agli acquirenti in questi casi.
E questo, caro vinny, accade invece per il sempice fatto che Ebay non è strutturata secondo il diritto italiano e più generalmente secondo quello dell'Unione Europea in generale, che sostanzialmente è analogo al nostro, ma bensì secondo quello statunitense che invece ragiona secondo canoni molto diversi.
Ecco perché lo sfogo del venditore lo trovo corretto ed Ebay farebbe molto meglio a stare fuori da queste cose dal momento che è praticamente provato che non è all'altezza di presidiarle come si dovrebbe.
