A parte l'inconcludente e sordo rumore di fondo, caro catch, con te voglio parlare invece seriamente del tuo problema e di quello dell'amico che ha generato il post, anche perché mi sembrano cose che possono interessare altri utenti con lo stesso problema.
Dicevamo che da più di un anno l’Unione ha agito pesantemente nei confronti di queste aziende straniere che operano in territorio comunitario e gli ha imposto il principio della territorialità e non quello della residenzialità come promuovevano loro.
Essendo noto che una azienda che operi in territorio comunitario dal punto di vista dell'azione economica e della produttività abbia l'obbligo non solo di pagare le imposte nell'Unione ma anche di avere una azienda regolarmente registrata nel territorio comunitario, queste si registravano tutte in Lussemburgo perché è velocissima l'operazione di costituire azienda in quella nazione e notoriamente l'IVA è molto più bassa (15%) rispetto a tutte le altre nazioni dell'Unione.
Ma se le tasse si pagano in base a territorialità e non in base a residenza aziendale, significa anche che se produci un reddito in Italia paghi le imposte in Itala e non in Lussemburgo.
Questo ad Ebay, ma anche a tante altre come si diceva, è successo di recente e loro si stanno adeguando con i loro clienti.
Quindi prima l'Iva era al 15% sui costi Ebay, ma oggi è al 22% per quello che riguarda l'Italia.
Ora, gli americani lo hanno scritto chiaro, chiaro che l’Importo IVA delle varie nazioni viene aggiunto all’importo delle commissioni per cui è spiegato anche il motivo per il quale, operando in USA, ci si vede l’importo caricato dell’IVA corrispondente in Italia.
Ecco perché questo succede al postante originale. Parlano di retroattività perché da loro è così da molto tempo ma sembra che prima del 15 giungo non ci avessero fatto alcun caso né avessero tenuto conto della cosa. Ma la retroattività una volta emessa fattura non è ammessa poiché la fattura non è emessa salvo conguaglio ma in forma del tutto definitiva. Per cui è una cosa che viene piuttosto difficile da vantare poi (per le leggi americane è sicuramente così).
Per quanto riguarda invece il tuo caso la cosa è un pochino anomala per lo meno per quello che riguarda le vendite in UK.
Il principio applicativo dovrebbe essere il medesimo. Sei straniero e sei operante in Gran Bretagna e quindi l’IVA che dovresti pagare è quella italiana ovvero il 22%.
Che sia straniero è chiaro perché sei iscritto con account italiano e la conversione dei pagamenti avviene chiaramente (account italiano, Paypal italiano ma operatività in Gran Bretagna con spedizioni in quel territorio e per quel territorio) quindi certamente IVA italiana. Quello che non si spiega, e può credo essere determinato dalla legislazione di quel paese oltre che da un probabile errore di applicazione di Ebay, è il perché non avvenga lo scorporo.
Per essere più o meno corretto dovrebbe succedere che il tuo costo venga scorporato dell’IVA britannica e rimodulato in base all’IVA italiana. In buona sostanza dovrebbero levarti il 20% (mi pare che sia quella l’aliquota) dell’IVA britannica ed applicarti il 22% di quella italiana. Questo, almeno, in base a quanto affermato dal regolamento inglese.
Questo sempre che il sito inglese non affermi in qualche maniera che l’importo del 10% di commissioni, compreso di IVA solo per i britannici a questo punto, sia comunque dovuto. Se così fosse, allora, il loro calcolo è corretto.
Poco importa la residenza effettiva delle merci e la loro veicolazione, poiché a tutti gli effetti per loro sei comunque straniero.
