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Intendevi dire: 

Devo aprire una partita iva anche con un misero guadagno mensile?

happytomato
Utente della Community

Buongiorno, in questo periodo ho acquistato un po' di oggetti (fumetti/videogiochi) da vinted/mercatini dell'usato con lo scopo di rivendereli e farci qualche soldo (prospettiva fiduciosa di 150/200€, immaginando di farlo in modo continuativo sarebbero soldi mensili).

 

Solo ora mi informo meglio su quello che è il DAC7 e l'apertura di partita iva. Mettiamo caso che superi le 30 vendite annue. Mi spiegate come l'AdE pretenda che io apra la partita iva se guadagno 150€ al mese per tirarci su qualcosa (sono uno studente) se devo pagare:

COMMERCIALISTA

ISCRIZIONE CAMERA DI COMMERCIO

CONTRIBUTI FISSI PARI A 2790€ (4292-35%)

TASSAZIONE AL 5% SULLA BASE IMPONIBILE 

SPESE VARIE DI GESTIONE DELL'ATTIVITA'

 

Uno che ha un piccolo e-commerce su ebay che fa più di 30 vendite ma ci tira fuori moooolto meno di uno stipendio come gestisce la cosa a livello fiscale?

Messaggio 1 di 4
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3 RISPOSTE 3

Rif.: Devo aprire una partita iva anche con un misero guadagno mensile?

marioelegio
Utente della Community

Come fai ad avere il dubbio?

 


@happytomato  ha scritto:

.........ho acquistato un po' di oggetti (fumetti/videogiochi) da vinted/mercatini dell'usato con lo scopo di rivendereli e farci qualche soldo.......

 


Se acquisti allo scopo di rivendere ed avere un guadagno, sei un commerciante.

Se lo fa senza iscrizione alla camera di commercio, senza comunicazione, senza partita iva, senza un account professionale, sei un venditore abusivo.

 

Non serve arrivare ai limiti imposti dalla direttiva DAC7, con queste premesse, devi metterti in regola prima di pubblicare la prima inserzione.

 

Non penseresti mai di aprire una pizzeria senza alcun permesso e poi di metterti in regola quando i guadagni superano certi livelli.

 

 

ciao

mario

Messaggio 2 di 4
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Rif.: Devo aprire una partita iva anche con un misero guadagno mensile?

Questa cosa è assurda...



devi metterti in regola prima di pubblicare la prima inserzione.

Non penseresti mai di aprire una pizzeria senza alcun permesso e poi di metterti in regola quando i guadagni superano certi livelli.


Ma che vuol dire, una pizzeria è una cosa totalmente diversa dal rivendere prodotti su internet. Anche se volessi aprire un negozio di articoli usati sarebbe una cosa differente dal vendere qualche oggetto a settimana ricavandoci pochi soldi al mese.

Questo è quello che ho trovato nella wiki su r/commercialisti

 

"Si provi ad immaginare un soggetto che svolge un lavoro come dipendente. Nel week end scende nella sua taverna e si mette a produrre orribili soprammobili assemblando prodotti di scarto. Dopo aver intasato la propria casa di queste porcherie, decide di metterle in vendita. In 16 minuti netti crea un sito con Google sites, pubblica una decina di annunci con prezzo e fotografie, con sistema di ordini tramite email.

Secondo le errate interpretazioni che girano in rete, questo soggetto sarebbe obbligato ad aprire la posizione IVA come commerciante in quanto disporrebbe di un sito vetrina online h24 riferito ad un'attività che, se va bene, consentirebbe di raccimolare 37 euro.

Poniamo anche che il venditore si affili a Google Ad-sense e inserisca dei banner nel sito, che andrà a spammare nei più grandi forum di amanti dei prodotti di recupero, generando un po' di traffico e altri 42 euro di introiti.

Ora vogliamo dire che questo signore sarebbe obbligato ad aprire la p.IVA e quindi la posizione INPS commercianti per dichiarare 79 euro?

E' ovvio che no, non esiste alcun obbligo di apertura della partita IVA. Nessun assurda burocrazia. Nessuna posizione INPS che comporterebbe un minimo di 4.000 euro di contributi fissi da versare all'anno.

 

Nonostante la ridondanza, si ripete che il ragionamento corretto da fare è il seguente:

Q: l'attività è abituale? A: nella sostanza no, l'attività vera e propria ha comportato poco lavoro effettivo nel week-end. Il fatto che il sito sia online 24/7 non costituisce abitualità perchè non necessita di essere presidiato o aggiornato in modo continuo.

Q: l'attività è professionale? A: no, nessun impiego di mezzi in modo rilevante, sia come competenze tecniche sia come beni strumentali, sia come servizi impiegati. Non si può neanche attribuire il fine lucrativo, dati gli importi bassi. Siamo anche ampiamente sotto la soglia psicologica dei 5mila euro. INSOMMA, MA DI CHE CAZZO STIAMO PARLANDO!?"

 

Trovi tutto qui: Quando sorge l'obbligo di apertura della partita iva

Messaggio 3 di 4
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Rif.: Devo aprire una partita iva anche con un misero guadagno mensile?

Mi sembra che qui sia tu quello che parla a cazzo.

Penso che quello che hai trovato non abbia nulla a che fare con la questione. Fai confusione con la definizione di hobbista, che vende cose da lui create.  Poi fai quello che ti pare.....

 

L'art. 1 della Legge 11.06.1971 n. 426 definisce commerciante "chiunque professionalmente acquista merci a nome e per conto proprio e le rivende"

La circolare 08.03.1972 n. 2264 precisa che «ai fini dell'applicazione della legge, deve tenersi presente che, mentre è pienamente soggetto alle norme della Legge 426/1971 colui che esercita le attività da essa previste anche in modo saltuario e provvisorio, non vi è invece soggetto colui che, esercitandole in modo del tutto sporadico e occasionale non conferisce alle attività in questione il carattere della professionalità».

Quindi se vendi occasionalmente un oggetto che hai acquistato per sbaglio o un regalo non gradito, non sei un commerciante. Se vendi su ebay oggetti che hai acquistato a questo scopo sei un commerciante anche se lo fai in modo saltuario o provvisorio. Come vedi la legge non accenna minimamente a dei valori limiti ne al fatto che l'attività debba essere preponderante o meno.

 

Vendita Di Oggetti Online: Attività Commerciale Abituale

Quando la cessione di oggetti avviene in maniera abituale, continuativa ed in modo sistematico, essa produce un vero e proprio reddito d’impresa. Ad esempio è il caso di chi, invece di limitarsi a partecipare ogni tanto ad un mercatino, lo fa sistematicamente, magari anche acquistando gli oggetti da rivendere. Oppure è il caso di chi apre un sito internet proprio per la vendita dei propri oggetti, un vero e proprio negozio virtuale. Anche in questo caso è irrilevante che la vendita sia svolta in un mercato reale o virtuale. Posso assicurarti che la linea di confine tra la vendita occasionale e quella abituale è spesso molto labile, e per questo rinnovo il consiglio di prestare la massima attenzione.

La vendita abituale e sistematica è un attività d’impresa che implica la tassazione del relativo reddito sia ai fini IRPEF. Tutto questo si traduce in obbligo di richiede la partita IVA, comunicazione in CCIAA e al SUAP e all’INPS. Insomma, si tratta di avviare un’impresa a tutti gli effetti. Inoltre, devi tenere presente che vi sono da rispettare anche tutti gli adempimenti in termini di tenuta di libri e registri, liquidazioni e versamenti periodici, documentazione dei corrispettivi di vendita etc.

 

da: https://fiscomania.com/vendita-di-oggetti-online/

 

 

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