in data 25-09-2013 00:35
in data 25-09-2013 13:49
siempre!!!
in data 25-09-2013 14:08
http://www.youtube.com/watch?v=-mOjijV4jA0
in data 26-09-2013 14:35
in data 26-09-2013 22:46
in data 09-10-2013 00:29
9 ottobre 1967 - Ernesto Che Guevara viene assassinato
Hasta Siempre Comandante Che Guevara!!!
http://www.youtube.com/watch?v=8M_Hmmh6abg
in data 09-10-2013 13:49
PER ESSERE REALMENTE E VERAMENTE COMUNISTI BISOGNA AVERE UN CUORE SORRIDENTE E GRANDE
FAVOLOSA MARY
@maryfioreblu ha scritto:
9 ottobre 1967 - Ernesto Che Guevara viene assassinato
Hasta Siempre Comandante Che Guevara!!!
http://www.youtube.com/watch?v=8M_Hmmh6abg
IL SUO ASSASSINO FU UN VERO VIGLIACCO TRADIMENTO
in data 09-10-2013 13:58
UN MEDICO, UNO SPECIALE MEDICO, NON QUELLI CHE PER VILE DINERO ESPIANTANO ORGANI A BAMBINI RAPITI E SI FANNO COSTRUIRE VILLE NEI CARAIBI, UN MEDICO CHE CREDEVA NEI DIRITTI UMANI, ANCHE QUELLI DEI NEMICI DEL POPOLO OPPRESSO.
IL CHE
http://it.wikipedia.org/wiki/Che_Guevara
http://www.youtube.com/watch?v=w-HDZzsqwS0
http://www.youtube.com/watch?v=arN5Coho_74
HASTA SIEMPRE
in data 10-10-2013 15:13
...una storia:
LA DONNA CHE VENDICO' IL CHE - MONICA ERTL
"Per la vendetta, nessun cammino è lungo… Ad Amburgo, Germania, erano le dieci meno venti della mattina del 1 aprile 1971; una bella ed elegante donna dai profondi occhi color del cielo entra nell’ufficio del console della Bolivia ed attende, pazientemente, di essere ricevuta.
Mentre fa anticamera, guarda indifferente i quadri che adornano l’ufficio; Roberto Quintanilla, console boliviano, vestito elegantemente con un abito scuro di lana, entra nell’ufficio e saluta, colpito dalla bellezza di questa donna che dice di essere australiana e, qualche giorno prima, gli aveva chiesto un incontro.
Per un istante fugace, i due si trovano faccia a faccia; la vendetta appare incarnata in un volto femminile molto attraente. La donna lo guarda fisso negli occhi, senza dire una parola estrae un revolver e spara tre volte; nessuna resistenza, nessun combattimento, nessuna lotta, i colpi vanno a segno. Nella fuga, la donna lascia alle sue spalle una parrucca, la sua borsa, la sua Colt Cobra 38 Special ed un foglio sul quale si legge “Victoria o muerte.”
"Nella milizia guevarista c’era una donna che si faceva chiamare “Imilla” che, in lingua quechua e aymara significa Bambina o giovane indigena.
Il suo nome vero era Monika Ertl, tedesca di nascita, era giunta in Bolivia con Hans Ertl, suo padre, attraverso quella che sarebbe divenuta nota come “la ruta de las ratas” (la via dei ratti, N.d.T.) , il “sentiero” che facilitò la fuga di membri del regime nazista verso il Sudamerica al termine del conflitto armato più grande e sanguinoso della Storia universale: la Seconda Guerra Mondiale.
Monika visse a La Paz presso le miniere di rame nel nord del Cile e, nonostante fosse cresciuta in una cerchia tanto chiusa quanto razzista, lei divenne un’attivista politica, appoggiando cause nobili;
fra l’atro, contribuì a fondare un ospizio per orfani a La Paz, ora trasformato in opsedale.
Alla fine degli anni Sessanta la morte del Che Guevara, nella selva boliviana (ottobre 1967), significò per lei la spinta finale verso i suoi ideali: tutto cambiò, tagliò le sue radici ed impresse una svolta drastica alla sua vita, per dedicarsi completamente alla militanza, impugnando le armi con la Guerriglia di Ñancahuazú, come fece il suo eroe, per combattere la disuguaglianza sociale.
Divenne così “Imilla la rivoluzionaria”, rifugiata in un accampamento sulle colline boliviane;
man mano che la maggior parte dei suoi compagni cadevano, il suo dolore si trasformò in forza per pretendere giustizia e
lei divenne una figura chiave dell’ELN.
Così, nel 1971, attraversa l’Atlantico, torna nella sua Germania natale e, ad Amburgo, giustizia personalmente il console boliviano, il colonnello Roberto Quintanilla Pereira, responsabile diretto dell’ultimo oltraggio a Guevara: l’amputazione delle mani, dopo la sua fucilazione a La Higuera.
Con quella profanazione, Quintanilla aveva firmato la sua sentenza di morte e, da allora, la fedele Imilla si propose una missione ad altissimo rischio: giurò che avrebbe vendicato il Che Guevara.
Dopo l’esecuzione, sarebbe iniziata una caccia attraverso paesi e mari, che terminerà solo quando Monika, nel 1973, cadde, uccisa in un’imboscata tesale.
Si dice i resti di Monika Ertl riposino “simbolicamente” in un cimitero di La Paz; in realtà non furono mai riconsegnati alla sua famiglia, e si trovano in qualche luogo sconosciuto della Bolivia, in una fossa comune senza croce ne nome.
Così è stata la vita di questa donna che, secondo la destra fascista di quegli anni, ha militato combattendo “nel comunismo” e pertanto “nel terrorismo” in Europa; per alcuni il suo nome è rimasto inciso nei giardini della memoria come guerrigliera, assassina o forse terrorista, per altri come donna coraggiosa che ha compiuto una missione.
... o forse è la costola femminile di una rivoluzione che ha lottato per le utopie della sua epoca e che, vista con i nostri occhi, ci obbliga a riflettere ancora una volta su questa frase:
“Mai sottovalutare il coraggio di una donna”
(libera riduzione dell'articolo di Nina Ramon. Se volete leggere tutta la storia... )
http://www.lotta-continua.it/storia/storiografia/115-la-donna-che-vendico-il-che-monika-ertl.html
in data 14-10-2013 14:40
Zio santo ma che gente. Bella la firma col fist '^^ te ppiase...