in data 04-06-2013 20:35
Morte di un dannato (n. 2)
La Leggenda del diavolo musicante (Di Riccardo)
Nessuno conosceva il suo vero nome e nemmeno era certo in passato fosse stato un grande pianista.
La sua storia si smarrì sulle punte delle stupide lingue avvelenate di quartiere.
Comparve nel parco un giorno di luglio tanto caldo
che attraverso le narici si respirava aria intrisa di catrame fuso.
Nessuno lo vide arrivare e sedersi sulla panchina, sbucò dal nulla
nel suo abito chiaro che un tempo doveva esser stato sfolgorante e dal taglio elegante, ora stropicciato, consunto, strappato e sporco.
Non aveva mai proferito parola ad alcuno, non aveva chiesto mai nulla.
Sul selciato di fianco la panchina, una bottiglietta di plastica riempita per metà d'acqua.
Non si sa se dormiva sulla panchina stessa, oppure, sull'erba dell'aiuola, di cosa si nutrisse...
nessuno gli aveva mai dato nulla.
Il parco durante il giorno era territorio di bambini che giocavano, capitò qualcuno di questi provò a rivolgergli la parola mentre le mamme li strattonavano malamente per farli allontanare.
Lui, non si era mai mosso di un centimetro, assorto in una sua dimensione interiore, distante, chissà dove.
l'unica caratteristica che lo rendeva vivo alla vista degli altri, era la testa che andava su e giù
impassibile e senza sosta, ad annuire. Un'esistenza intera, racchiusa in un muto movimento del capo.
Dicevano avesse figli con più donne che non aveva più visto da anni, che fosse stato un grande amatore,
più volte sposato...un grande pianista di talento, caduto in disgrazia dopo una malattia
che gli aveva reso le dita artritiche.
Ma forse, fu solo vittima dei tempi che cambiano inesorabilmente divenendo sempre più posticci...
se ne dicono tante, quando non si comprende; nessuno conobbe mai, la sua vera storia.
Quella sera, passando dal parco..... ero in ritardo, ma, decisi fermarmi...
Mi incuriosiva, credetti e credo tutt'ora fermamente quell'uomo trasandato e sporco,
che stava in giacca nonostante il caldo infernale di quei giorni.
Barba e capelli grigi incolti, i tratti del volto consumati oltre l'età effettiva
come probabilmente la sua stessa anima: fosse realmente stato un grande pianista, straordinario.
Un'uomo affascinante e di talento... come alcune voci raccontavano.
Quella sera, mi avvicinai, lui non si mosse... parve non accorgersi della mia presenza.
Mi sedetti al suo fianco.
Il calare della sera, esortò senza riverenza il sole a spegnersi, la luna stava affacciandosi
da dietro una nube singola, una nuvola solitaria orlata di luce nell'intero infinito cielo!
Venere pulsava e sullo specchio d'acqua visibile oltre la siepe, il riflesso d'argento
spaccava in due la superficie del mare calmo come un lago.
Mille pensieri come intrusi inopportuni, presero forma nella mia mente;
venni risucchiato da malinconia e preoccupazione: la mia sorte, poteva essere identica
a quella di quest'uomo...
infastidito, ricacciai indietro ogni pensiero e rivolsi lo sguardo dalla sua parte.
In quell'istante, vidi le sue labbra disegnarsi in un sorriso, il capo ora fermo, gli occhi
come fiammelle all'acetilene, le mani con le dita aperte in tutta la loro elegante lunghezza
su una tastiera di pianoforte invisibile, pronte a prender vita.
Si era aperto il sipario alle prime luci lattiginose di luna...
"Ladies and gentlemen..NIGHT AND DAY!....l'orchestra, augura buona serata..."
Le sue dita cominciano a muoversi in sincronia al rollio.
Il grande salone del transatlantico prende vita all'istante sulle note di introduzione del pianoforte.
Camerieri in livrea un'attimo prima immobili, come infusi di vita improvvisa
si muovono con eleganza in giro ai bordi del saloni.
Sui vassoi di peltro...Bicchieri flut riempiti fino all'orlo sulla cui superfice liquida come sogni effimeri svaniscono bollicine; tavolo per tavolo.
Donne eleganti dalle ciglia maliziose , da sopra le spalle dei loro uomini che le tengono strette nella danza,
lo guardano ammirate nel suo abito da sera al centro della scena.
Gli occhi socchiusi, le lunghe dita perfette che volano sulla tastiera...
Stetti li tutta la notte e quando alla mattina i netturbini che spazzavano i petali morti dei gigli, mi svegliarono....
"Signore!...signore.... per favore, si svegli...!"
Lui, aveva le braccia oramai abbandonate, distese, le mani con le dita pietrificate in un'accordo,
le spalle appoggiate allo schienale della panchina, gli occhi aperti, il capo immobile...
nell'espressione più autentica...
un'espressione che io conosco e che è il massimo della rappresentazione dell'ispirazione momentanea di libertà assoluta, in un musicista; che può sopraggiungere poche volte nell'arco di un'intera vita.
Quella notte, Aveva suonato come mai prima.,
per orecchie ignoranti che sempre colgono solo la scena e l'aura affascinante di un musicista.
"Senta... ma lei, lo conosceva?..pare morto.....
" sì, lo conoscevo.... ora devo andare
"ma signore!...
" ciao musicista!...intanto, ci incontreremo ancora, all'inferno!.. "
me ne andai lasciando li, gli spazzini con le loro scope di paglia e confusi....
Fine
vi chiederete se La storia è falsa, forse è vera.... CHE DIFFERENZA FA! cosa cambia? Niente!
in data 01-12-2013 11:08
in data 01-12-2013 11:12
OrribilMENTE ( di Riccardo )
- La farsa terrena suprema è cominciata. Rispondi ai signori della corte.
-Va via! E’ finita. Sono stanco; stanco... non voglio più ascoltarti
-Suvvia! Pendono tutti dalle tue labbra; sei l’attore dominante, non vorrai deluderli?
-Sparisci dalla mia mente!
-Ahahah..io, sto dietro... la tua sterile mente; Stolto! Quante volte ho origliato le tue recondite recite.
E’ ora tu ti esibisca apertamente. Adduci loro, le tue istrioniche ragioni.
Discolpati, spiega, illuminaci!
"Imputato...
"Signori; sono perfettamente in grado di intendere, ma non di volere.
Nessuno è in grado di volere. Non ci è data facoltà di decidere.
I miei pensieri, la mia posizione esatta nell'etere cosmico, le mie azioni, come quelle di chiunque comprese le vostre,
partono da un’impulso primigenio quale causa effetto....
per meglio dire: l'imprinting dell'alba del mondo"
-Bravo! clap clap clap....Va avanti così! incalza incalza... sarà un successo!
"il libero operato primordiale del capostipite, determinò la storia stessa.
Le sue prime incontaminate decisioni, hanno creato un’impronta che per inerzia evolutiva,
ha attraversato le ere fino a giungere a questo stesso istante, all'istante subito dopo e quello dopo ancora...
fino alla fine d'ogni cosa, irreversibilmente "
-Fantastico! E’ bellissimo... sono tutti a bocca aperta. Continua continua... scagionati!
"Non ho responsabilità alcuna! La nascita di ogni essere umano, comprese le loro scelte, sono già prestabilite.
Una sorta di domino inarrestabile predispose e cagiona le circostanze, la vita e i sentimenti di ogni essere umano
compresi noi. I miei sentimenti, sono differenti dai vostri ma, non ho scelto io!
-Non mi sembrano molto convinti. Si fanno forti perchè per quanto tu dica loro, essi, in barba alle tue filosofie,
godono della libertà di giudicarti.
Non perdoneranno i tuoi orribili delitti dai quali hai tratto godimento, ti imporranno la pena di morte!
"Anche il vostro libero arbitrio è solo illusorio!
-..... Dai! è giunto il momento. Non c’è più tempo! Non ti ascoltano più. Non dargli questa soddisfazione
"Non ho scelto il male, come voi non avete scelto il bene. Sono innocenteeeee!!
-Sbrigati! Tira fuori la lametta da sotto la lingua...
-Non voglio ascoltarti. Lasciami in pace!
-E’ la tua ultima occasione di libero arbitrio... tira fuori la lametta e immolati, Sarà un’attimo... stupirai tutti!-
-.........................Hai ragione; Questa volta, decido io!..........
-Guarda, come tutti si agitano.... Che spettacolo fantastico!
Ma anche ciò, non è libera scelta ma solo tesserina...ah ah ah....
povero attoruncolo; stupidi pupi giudici...........!!!!!!!!!
in data 01-12-2013 11:26
ALBA (Di Riccardo)
ora avvolgimi stretto
lama di luce
temperami come punta di matita.
Giorni
cogliete le mie lamelle come lacrime d'involucro
So bene al calar delle tenebre dilapidarmi
a ritrarre notti appese ad attimi segreti
Un mattino
Volteggiato in un'alba
cesserò in ultime scaglie e polvere caliginosa su giorni
di chi ricorderà
in data 02-12-2013 07:13
AUTOELIMINAZIONE (di Riccardo)
Schiudi la finestra dell'anima
butta giu
la cattiveria e l'ingordigia
l'arroganza l'ignoranza
la lussuria e la pigrizia
Sarai migliore
Per elevarti ancor più
butta giu
la bramosia e l'indifferenza
il disprezzo l'alterigia
l'invidia e desiderio
Ora
sei candido
Sporgiti e invita
la bontà e la nobiltà
la modestia la sapienza
la morigeratezza e l'operosità
Non entreranno mai in una casa vuota
E allora
grida con tutta la forza che hai
mentre vedrai fluire
l'innocenza e l'onestà
il rispetto l'umiltà
la lealtà e la fantasia
Urla
urla quanto più puoi
sarà vano
La finestra è richiusa per sempre
in data 30-12-2013 18:57
in un quartiere che sugli elenchi stradali a stento si riesce a identificare, sulle cartine geografiche non è nemmno riportato come piccola frazione di Genova; viveva lo scemo del villaggio. Nulla di straordinario...
non esiste luogo al mondo, urbano, in cui non viva anche lo scemo...del vilaggio
Io vorrei dare dignità allo scemo del mio villaggio, in cui vissi da bambino fino ad adolescente, egli, morì suicida.
fu una storia...che oggi comprendo, una stori di ignoranza e luoghi comuni, dove gli scemi del villaggio sarebbero tutti uguali, come le lingue avvelenate della gente semplice, comune...la brava gente.
IL POETA, LA BISCUIT (r.)
Può stare infilata in una catenina al collo, la chiavetta dell'estro?
La felicità tra le spire di una molla di acciao?
Un'intera esistenza ricoprire la minuscola superfice lamellare di un piccolo cilindro?
Crik crik crik crik..............
Ogni notte, lei danzava alla flebile luce del candelabro
Gamba tesa all'indietro ad angolo
aplomb perfetto
volteggiava sulle punte
Occhi socchiusi
capelli nero brillante raccolti in Chignon
fiera!
Lucente pelle velina indorata dalla flebile luce delle candele
Acqua, zamplilli, fontane, cigni..
Prendevano forma germogliando dal pavimento..
La piccola stanza si espandeva fino a sfiorare il confine tra terra e cielo
dlin dlin dlin
dlinnn dlii... nng dlll....in... g
l'ambiente iniziava a dissiparsi, divorato dalle mostruose pareti della stanza
Allora lui, alzava la testa dai suoi manoscritti.
Era come possedesse un'orologio interno che lo richiamava
risistemava la penna nel calamaio.............
lei, indebolita
oramai quasi immobile, esangue
...................crik crik crik..
nuova linfa vitale!
le pareti che poco prima premevano contro lo scenario, svanivano
sciabordio d'acqua, azzurro, verde....
lei danzava
Lui ritornava a sedere sul ceppo d'albero tra il fogliame e riprendeva a scrivere d'amore
dlin dlin dling dlin dlin dling
dlin dling dling dlin dlin dling ...
SSssssstack!Dlen Frrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr
lo schiocco secco della molla spezzata lo fece sobbalzare.
ebbe appena il tempo di vederla scaraventata a terra dalla forza centrifuga.
Ora, frammenti
sogni spezzati giacevano a terra
Quella notte
un poeta si spense
una fiaba spirò
__________________Riccardo
02-01-2014 21:35 - modificato 02-01-2014 21:36
02-01-2014 21:44 - modificato 02-01-2014 21:46
emmannagia! sbaglio sempre....ma allora son suonato, veramente!!!
mi son distratto un'attimo, rapito dal dal...dall'innnSpirazione...ahhhhhhhhh...spirazione..ahhhhh
ahzione scrivente
uno due tre libero!
uno due tre libero!
uno due tre libero.....dove mi trovo?
ahhhhhhhhhhh inspirazione..spirazione...mi son ripreso...ora ispiro, regolarmernte!
riprovo!
02-01-2014 21:51 - modificato 02-01-2014 21:53
io, ignorante omicida
Ov, vero: " Fu la musica, intollerante, possessiva, gelosa. Ella, mi convinse ad uccidere...............un poeta
Versi processati dall'ignoranza
giustiziati e reclusi
incastrati tra le mie costole sbraitano
ogni tanto, ne ascolto i pietosi rimpianti
Fingo non sentire.. Riccardo
06-01-2014 22:29 - modificato 06-01-2014 22:33
in data 29-01-2014 13:36
MELODY FOR SELENE (musica e qui versione scritta: di Riccardo)
Dal profondo dell'oscura foresta
Il suono dell'occulta celesta
crea lo spazio
dove tempo non c'è
Antichi alberi stagliano le alte chiome
orlate dall' alloro del sole calante
contro l'immensità indaco
Pan
chissà dove.........
Tra il fitto fogliame
sprofondato su un ramo ritorto
indocile e impudente
alita nella fila di canne
Dall'etere circostante
stille vibraphoniche cristallizzate
sgocciolano sulla superfice armonica
a specchio concavo
Cerchi concentrici galleggianti
si spandono fino a sciolgiersi su corde tese
Piccole onde melodiche
sgorgano dalle corde vibranti
Sospinte da pelli tirate su tronchi cavi
rena di mare scrollata in sfere d'ebano
arbusti sferzati dal vento
e spessi tendini che fremono
ingigantiscono
per poi frantumarsi
sulle sponde dell'improbabile
blues arabesco
Dove tutto è esente
e l'impossibile è probabile
A mia figlia Selene
Perchè liberi la sua immensa fantasia
possa meglio sentire._________ Riccardo