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in data 13-05-2023 19:01
Anche se se ne é già discusso credo sia utile riproporre un post informativo a servizio dei venditori privati riguardante la normativa DAC07 auspicando che molti utenti leggano e, dopo esser consapevoli, evitino successivamente di scaricare colpe sulla piattaforma.
Si tratta di una nuova normativa europea che mira a combattere l’evasione fiscale legata al commercio online. Di fatto la DAC7 è attiva dal 1° luglio 2021, ma è stata ampliata e modificata con la nuova direttiva pubblicata a marzo 2023.
In sintesi: per rimanere venditore privato bisogna rispettare dei parametri cioé massimo 29 transazioni e massimo 2.000 euro, quindi meno di 30 transazioni e per le quali i corrispettivi versati non superano i 2.000 euro. Se vengono superati questi limiti le piattaforme hanno l'obbligo di comunicare i dati di tutti i venditori siano essi persona fisica o entità giuridica.
---- Per tutti i dettagli rimando a questi articoli:
https://www.ilcommercialistaonline.it/dac7-vendite-online/
https://www.italiaoggi.it/news/i-redditi-guadagnati-online-nella-morsa-del-fisco-2595560
Risolto Andare alla soluzione.
Normativa DAC07: nuovi obblighi per chi vende online. Da conoscere per venditori privati.
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in data 12-06-2024 15:48
Che voi sappiate, la sottoriportata sentenza del 2018 è stata superata da altre successive? Grazie.
Si tratta di una sintesi, ma in basso sono riportati gli estremi della sentenza e quelli di legge.
Normativa DAC07: nuovi obblighi per chi vende online. Da conoscere per venditori privati.
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in data 12-06-2024 16:16
Ne abbiamo parlato più volte, la vendita di oggetti propri da parte di un privato non va dichiarata e non è soggetta a tassazione. Quindi quello che hai trovato è tutt'ora valido, ovvio poi che il possesso del bene deve essere stato prolungato (cioè per anni) mentre chi acquista per rivendere in modo continuo è a tutti gli effetti un commerciante e non può essere considerato un collezionista (altrimenti tutti gli antiquari sarebbero solo semplici collezionisti).
La normativa DAC7 obbliga ebay a segnalare all'agenzia delle entrate i privati che hanno un volume di vendita sospetto, poi sarà l'agenzia a far fare dei controlli per verificare se si tratta di un vero privato o solo di un venditore abusivo.
ciao
mario
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in data 12-06-2024 16:33
Grazie per la risposta, ma il problema sussiste anche per i privati. Se Tizio ha una collezione che coltiva da (diciamo) 66 anni e questa collezione è composta da (diciamo) circa 150mila pezzi che il collezionista vorrebbe rivendere (al dettaglio) ad un prezzo anche dimezzato rispetto a quello d'acquisto (in blocco ci potrebbe ricavare il 20%, non il 50), come potrebbe fare se le vendite devono essere occasionali? E, se le vendite non fossero occasionali e se il collezionista avesse (diciamo) 73 anni, fino a che età dovrebbe vivere il per completare le vendite?
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in data 12-06-2024 17:10
Non esistono limiti di vendita tra privati per materiali di cui si può dimostrare la provenienza. Puoi tranquillamente superare i limiti imposti dalla normativa DAC7 e poi far valere le tue ragioni in caso di accertamento.
Importante ripeto che gli oggetti non siano stati acquistati allo scopo di venderli per farne un guadagno, in questo caso ci sarebbe anche la forma continua ed organizzata (su una piattaforma) e si diventerebbe un commerciante abusivo.
ciao
mario
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in data 12-06-2024 17:29
Ok, per quanto riguarda l'Irpef c'è differenza fra vendita e compravendita, anche se, in ogni caso, è praticamente impossibile dimostrare la provenienza di roba acquisita 20, 40, 60 prima, a meno che non si tratti di materiale di particolare natura.
Resterebbe, comunque, il problema dell'Iva, che sembrerebbe obbligatoria in caso di vendita tramite intermediari (in questo caso Ebay). Comunque, per il momento il Tizio resta a guardare, ...nonostante l'età non sia più giovanissima...
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in data 12-06-2024 17:35
Nelle compravendite vere tra privati nn c'è iva e ebay non si considera un intermediario.
Il regime iva dei margini si applica appunto ai commercianti di oggetti usati.
ciao
mario
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in data 12-06-2024 17:43
Su questo punto nasce il problema. Credo che Ebay e le altre piattaforme di vendita online siano ora considerate come intermediari. L'Irpef non c'entrerebbe, ma l'Iva subentrerebbe in questo caso per la vendita continuativa organizzata tramite intermediari. Occorrerebbe una certezza normativa o una sentenza che dica se Ebay è un'intermediaria oppure no. Io ritengo di avere letto di sì. Ma spero di leggere qualcosa che mi contraddica.
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in data 12-06-2024 22:03
@aumaldo ha scritto:Su questo punto nasce il problema.
Il problema o i problemi nascono sotto diversi punti dove ogni venditore vede il suo.
Ebay nel corso degli anni ha elaborato degli algoritmi che sono piuttosto affidabili ed in grado di intercettare delle "anomalie" sulle vendite da parte di finti venditori privati.
Quando questo succede ebay ti contatta e chiede una serie di informazioni e se queste non vengono soddisfatte l'account del venditore viene interdetto alle vendite.
Nessun utente conosce nel dettaglio come sono impostati questi algoritmi perche' sono piuttosto sofisticati ma si puo' ragionevolmente stimare che un privato che vende oggetti usati di una singola categoria o categorie similari che si possa equiparare ad un collezionista o privato appassionato di elettronica ad esempio che vende al di sotto di 1000 euro di oggetti al mese di oggetti usati e non nuovi non viene attenzionato da ebay.
Ora con la DAC7 succede che ebay probabilmente continuera' a funzionare tramite i suoi algoritmi ma superata la soglia dei 2000 euro inviera' una segnalazione all'agenzia delle entrate.
Per cui l'agenzia delle entrate riceve una segnalazione da ebay che l'utente xyz ha superato i limiti di vendita.
Gia questa cosa crea disagio e disturbo a chiunque perche' parliamo di 166 euro al mese di vendite.
Ora non credo che un venditore abusivo si possa accontentare di 166 euro di vendite mensili dove magari i ricavi sono se va bene dal 50% al 10% del totale venduto.
Queste norme sono state studiate (a mio avviso) per eliminare tutti quei privati che NONsi identificano come semplici consumatori che una volta che l'oggetto non serve piu' va direttamente in discarica.
Secondo questi SIGNORI io che compro l'ultimo iphone, macbook, ecc dopo qualche anno di utilizzo lo dovrei mettere in un cassetto a prendere polvere comprando il nuovo uscito a prezzo pieno.
E se io voglio acquistare direttamente un notebook usato a meta' prezzo perche' a me non interessa acqistare a prezzo pieno le ultime uscite tecnologiche e preferisco comprarlo usato alle meta' o meno del prezzo di un notebook nuovo?
Molto probabilmente in futuro non essendoci piu' privati disposti a farsi mettere sotto la lente di ingrandimento del fisco e dover giustificare vendite sopra i 2000 euro ci dovremo accontentare di acquistare su piattaforme PRIMITIVE e pesantemente INSICURE o concludere trattative di persona con tutti i RISCHI e gli IMPREVISTI del caso.
In pratica si torna agli albori con la differenza che 25~30 anni fa c'era molto piu' RISPETTO, SERIETA' E CORRETTEZZA tra le persone e nella societa' italiana in generale, e non come oggi che i tentativi di truffa sono all'ordine del giorno e ormai TRUFFA e' un termine che sta sulla bocca di tutti.
Un cordiale saluto.
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in data 12-06-2024 22:46
Credo, comunque, che tutte le piattaforme (anche quelle piccole) siano obbligate a segnalare quei dati all'AdE.
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in data 13-06-2024 00:04
@aumaldo ha scritto:Credo, comunque, che tutte le piattaforme (anche quelle piccole) siano obbligate a segnalare quei dati all'AdE.
Su subito con tuttoesubito rientri nel conteggio.
Se invece vendi senza utilizzare la protezione acquirente di subito allora non rientri perche' fai la trattativa direttamente con il venditore/acquirente bypassando subito.
Poi non so sulle vendite dirette paypal come funziona....
Tecnicamente paypal non e' un marketplace per cui si potrebbe vendere anche a distanza con l'acquirente utilizzando paypal, ma su questo non ci metto la mano sul fuoco.....
Tieni conto che 2000 euro annuali sono COMPLESSIVI su tutte le piattaforme abilitate, per cui gia' il fatto che ci sia un database condiviso tra questi marketplace relativo al tuo codice fiscale non e' una cosa entusiasmante.
Un cordiale saluto.

