Nella reception del Purgatorio arrivano tre nuove anime di trapassati. L'angelo addetto all'accettazione fa cenno alla prima di farsi avanti:
- Allora... cominciamo col riempire alcuni moduli e, nel frattempo, mi esponga la dinamica del suo decesso.
Il poveretto inizia allora a parlare:
- Vede signore, io vivevo al terzo piano del numero 35 di via Verdi, a Roma. L'altra sera ho deciso di rientrare prima dal lavoro, per fare una sorpresa a mia moglie e portarla a cena fuori. Sono entrato in camera e l'ho trovata sul letto, nuda e con l'aria visibilmente stravolta. Accanto al letto c'erano dei vestiti maschili che, evidentemente, non erano i miei. Preso da un raptus di collera, ho iniziato a cercare il colpevole per tutta la casa, senza riuscire a trovarlo quando, dopo essermi affacciato al balcone, ho visto che c'era un tizio, nudo, aggrappato alla ringhiera.
Ho preso la racchetta da tennis e ho iniziato a martellarlo, fino a che non è caduto giù! Fortunatamente per lui, è rimbalzato su un telone, atterrando poi su un cespuglio, praticamente illeso. Ancora più arrabbiato di prima, ho trascinato
il figorifero dalla cucina fino al balcone, e glie l'ho tirato addosso,colpendolo in pieno. La visione di tutto quel sangue, delle ossa spappolate mi ha fatto prendere un colpo che mi ha ucciso...
- Ah... - replica l'angelo un tantino interdetto - si accomodi nella saletta qui accanto, mentre esamino gli altri arrivi...
Il secondo defunto di approssima alla scrivania, e inizia la stessa trafila:
- Veda signore, io abitavo al quarto piano di via Verdi 35, a Roma. L'altra sera, mentre stavo facendo la doccia, ha squillato il telefono. Avevo appena
messo la mano sul cordless quando il mio cane, in vena di giocare, me lo ha preso e ha iniziato a correre per tutta la casa. L'ho inseguito fino al balcone e, dal momento che ero completamente insaponato, sono scivolato
sulle mattonelle, cadendo di sotto. Miracolosamente sono riuscito ad aggrapparmi alla ringhiera del piano inferiore ma, nemmeno cinque minuti dopo, un tale si è
affacciato e, urlando come un forsennato, ha iniziato a picchiarmi con una racchetta fino a che non sono caduto di sotto. Dopo essere miracolosamente
riuscito a salvarmi, mi sono visto arrivare sulla testa un frigorifero e, a quel punto, la conclusione è stata inevitabile...
- Va bene... - fa l'angelo ancora più interdetto - la prego di accomodarsi nella sala qui a fianco, e di attendere le mie istruzioni.
E così avviene... Intanto , l'ultimo defunto si fa avanti e inizia a raccontare la sua storia:
- Guardi signor angelo, lei non mi crederà mai: per una serie di circostanze mi trovavo, nudo, dentro a un frigorifero...
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E poi c'era la marmotta che confezionava la cioccolata...