Anch'io giocai una partita memorabile.
A quei tempi, ero con Eddie Ottodita. Giocammo
contro una squadra di Unni, erano in 138, in un
campetto a circa 30 km. da Herat, direzione
Mashad. In porta non avevamo nessuno. A un certo
punto, perdevamo 48 a 0 e mancavano 21 minuti alla
fine della partita. Quand'ecco, una donna
con il burkha si offerse di stare in porta. Gli
Unni, in effetti, facevano tutti i loro goal
da centrocampo e segnavano sempre, dato che la
nostra porta era larga 80 metri, quanto il campo.
La loro era solo di 1,78 e il portiere aveva una
circonferenza di metri 1,69.
Beh, per farla corta, la donna con il burkha parò
tutto. Eddie segnò 8 goal, uno dopo l'altro. Io
ne segnai 40 e a quel momento eravamo in pareggio.
Mancava mezzo secondo alla fine della partita.
La donna, dalla porta, fece un rinvio con il piede
destro talmente potente che infilzò il portiere
avversario ed entrò un rete.
Vincemmo 49 a 48. Quando l'arbitro (un Pashtun
della zona tribale) fischiò la fine, scappammo
tutti e tre perché gli Unni ci volevano ammazzare.
Avevamo più fiato di quei maledetti e, dopo una
corsa durata fino al mattino successivo, ci trovammo
sani e salvi oltre il confine con l'Iran, protetti
dalle guardie del compianto Scià Reza Palhevi.
Risultò che la donna con il burkha era Gilmar, il
grande portiere brasiliano della Nazionale di Pelè.
Così andarono le cose, quel giorno.
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Danza con le Farfalle
Danza con le Farfalle
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