in data 24-08-2005 12:33
in data 03-10-2006 05:29
Perdonami Puntoinformatico:
Come tu stabilisci che e' un pagamento se la legge non lo contempla come tale?
Gentilmente, potresti indicarmi dove hai letto di cotale legge, nella quale si rende noto nello specifico che una ricarica eseguita fra due carte Postepay non debba essere considerata come metodo di pagamento alternativo?
Personalmente non conosco delibere in merito al caso specifico.
Ciò mi induce a credere che, fintanto la Legge non opera per dare delle chiare e comprensibili delucidazioni in merito, chiunque può (e potrà in futuro) considerare "anche" un metodo di pagamento una semplice ricarica effettuata fra due carte Postepay (et similia) in un contesto di compravendita perfezionata fra due "attori" titolari (o intestatari, se preferite) della "gialla" (in quanto non è al momento dimostrato da alcun giudice che il movimento di denaro in questione, "memorizzato" fra l'altro nella banca dati di Poste S.p.A., sia da considerarsi non probatorio in aula di tribunale).
In breve, non esiste documentazione ufficiale che afferma quanto tu e Maxmas credete (o sbaglio anche affermando ciò? 😉 ).
Concludo perciò ribadendo il concetto che, a mio parere, l'arbitraria eliminazione di una procedura quale il passaggio di denaro (per mezzo di ricarica) fra due carte ricaricabili sia, alla luce di quanto la Legge prevede al momento, un disservizio recato dal Gestore del sito (www.eBay.it) a tutti i propri utenti ad esso iscritti (acquirenti o venditori è indifferente), in quanto nega a Questi la possibilità di utilizzare un metodo "alternativo" per finalizzare delle compravendite (per lo più perfezionate fra privati cittadini, e non fra Enti, Società o Associazioni di sorta).
Ciò che la Legge italiana non vieta, la Legge italiana permette (purtoppo o per fortuna è così!).
Cordialmente,
Silvano (gruppo Mago_ok).
in data 03-10-2006 10:20
Nei posts precedenti avrete potuto leggere le mie disavventure in merito al blocco dei fondi presenti sul mio conto paypal (1200,00 euro circa) a causa di fantomatiche informazioni commerciali supplementari che essi richiedevano ma che erano già in loro possesso. Mi ci sono voluti 15 giorni per dirimere la questione, almeno una ventina di telefonate al loro 848 a pagamento, qualche fax ad analogo 848 a pagamento (ma poi ho scoperto un numero di rete fissa e con skype la questione si è rivelata molto più economica) e diverse minacce di querela per appripriazione indebita.
Nel frattempo avevo consigliato ai miei clienti di aprire opportune contestazioni per riavere indietro il loro denaro, considerato che io non potevo prelevarlo, affinchè potessero pagarmi in modo diverso, offrendo loro uno sconto pari alle commissioni che avrei dovuto pagare a paypal. Così infatti è avvenuto.
Fortunatamente sono riuscito a recuperare larghissima parte dei fondi restanti, lasciando su paypal pochi spiccioli prima di essere bloccato di nuovo perchè, a loro dire, si erano aperte troppe contestazioni (tutte regolarmente rimborsate).
Forse sarà dispiaciuto loro perdere tutte quelle commissioni? Ma stavolta sono rimasti a bocca asciutta perchè anche se il conto resterà bloccato non me ne fregherà più una sega.
Da questa storia però se ne evincono delle considerazioni che possono costituire elemento di riflessione:
1) Paypal non è una banca ma un semplice intermediario ed in quanto tale non è soggetta alle leggi bancarie ne europee ne italiane (tanto più che opera dall'irlanda); infatti paypal può solo intermediare transazioni finanziarie e non può invece sollecitare il pubblico risparmio, funzione demendata agli Istituti di credito. Ciò significa che con paypal si possono anche perdere i propri soldi perchè non ci sono ne fondi di garanzia a tutela degli utenti di paypal (come avviene per le banche) ne sono previsti interventi delle banche centrali in caso di necessità.
E' un po' come se un individuo incaricasse un suo amico di andargli a pagare un acquisto da lui effettuato affidandogli il denaro necessario.
2) Per tali ragioni ed in considerazione di quanto è accaduto a me, consiglio i venditori a considerare il pagamento come avvenuto soltanto quando il denaro è nelle loro proprie mani e non anche quando le somme sono sul conto paypal; il blocco del conto da parte di paypal è possibile in qualsiasi momento, per qualsiasi motivazione pretestuosa ed in tal caso per voi non ci sarà verso di rientrare in possesso del vostro denaro.
3) La prova di tutto ciò è fornita dal fatto che una banca può limitare o bloccare l'operatività di un conto corrente ma mai e poi mai sequestrare i fondi in esso presenti: paypal invece lo fa.
Per quanto mi riguarda le mie considerazioni me le sono già fatte, i miei clienti hanno capito che in questa vicenda li ho tutelati più io di paypal, non credo che userò più questo strumento di incasso che serve solo ad ingrassare ebay.
La mia testimonianza resta scritta (se qualcuno a cui da fastidio non la rimuoverà come hanno già fatto in passato) e magari potrà servire a qualcuno ad evitare qualche guaio con i signori di paypal i quali pensano di poter fare il proprio comodo con denaro che non è il loro.
Contattatemi per unirci insieme contro chi intende calpestare i nostri
diritti!!!
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diritti!!!
in data 03-10-2006 12:08
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