02-04-2014 19:11 - modificato 02-04-2014 19:12
Apro un post quantomeno insolito per il contenuto e spero che a qualcuno possa piacere e interessare.
Da bravo collezionista di oggetti del passato anche io come foresto o come vonbalden, quando posso,
passo le mattinate dei giorni di festa a rovistare in mercatini di paese o in negozi di rigattieri che stanno tornando di gran moda
alla ricerca do oggetti di una vita che oramai non esiste più.
Ultimamente, però, oltre a frequentare questi posti, cerco anche i luoghi di questa vita che non esiste più.
In pratica con il figlio, a cui sto pian piano inoculando il virus del collezionista, cerco luoghi abbandonati
dalla vita e se cerchi bene ne trovi parecchi. In sostanza li collezioniamo con dei reportage fotografici.
Hanno un fascino tremendo e le sensazioni che provi in questi luoghi sono indescrivibili,
specialmente in certe ore della giornata.
Ve ne offro uno per cominciare, il primo che abbiamo messo in collezione.
in data 03-04-2014 10:29
Cosa mi spinse a non entrare ? E' presto detto. In un luogo simile è necessario un minimo di equipaggiamento per un
tentativo esplorativo. Dalle pedule a collo alto, ad una torcia elettrica potente. Almeno un kit di pronto soccorso portatile,
un orologio con ore fosforescenti, il cellulare, e magari una fotocamera con pellicole all'infrarosso. Non avevo nulla ed
entrare da solo in un luogo simile è folle. Ma la cosa più strana nella normalità, è che qualsiasi notizia banale chiesta ai passanti
non sortisce nulla. La gente è tutta presa dalle bollette da pagare, dalla spesa, la telefonata ai cellulari a base di : e allora lui mi fa,
e lei mi dice...eh ? ma in che senso ? E magari.....alla richiesta di qualche notizia sull'edificio, sgranano gli occhi, non si fermano,
non sanno di che diavolo parli. Nonostante in Italia tutti amino le chiacchiere senza frontiere, c'è una ben sconfortante sorpresa alle spalle. Tutti amano parlare di facezie. Ma se devi discutere di qualsiasi cosa che implichi un altro atteggiamento, addio. Non c'è sbocco nella
stragrande maggioranza delle volte. Qualche altro ragguaglio sul vecchio ospedale di cui ha accennato foresto è gradito.
Buono a sapersi, daniele. Io sono sempre a Milano, anche se per certi versi ne ho piene le..scuffie. E' un capoluogo che ha perso ogni
connotazione originaria, strapieno di una miscellanea di abitanti che non hanno nulla in comune. Nessun interesse particolare se non la
sopravvivenza ad ogni costo. A meno che tu non faccia il politico naturalmente. In quel caso puoi parlare ininterrottamente senza dire
e fare nulla e sei pagato profumatamente. Avete mai pensato di andare a caccia...di elettori qualche volta ??
in data 03-04-2014 10:38
Il politico...... Dio me ne guardi.
"Avete mai pensato di andare a caccia...di elettori qualche volta ??"
Penso che sarebbe bello andare a caccia di ...............chi caccia gli elettori.
in data 03-04-2014 13:25
Oggi se ce la faccio nuova spedizione sulla fascia collinare alle spalle di casa mia.
Ho già addocchiato un posticino mica male durante l'uscita in bicicletta di ieri sera.
Intanto vi faccio entrare in questo rifugio antiaereo, ovviamente visita con previa autorizzazione
essendo posto chiuso.
in data 03-04-2014 13:26
in data 03-04-2014 13:27
in data 03-04-2014 13:28
in data 03-04-2014 13:29
in data 03-04-2014 13:33
Ecco ulteriori ragguagli circa l'ospedale militare.Dicevo, in questa mastodontica struttura fu allestito un piccolo ospedale per i militari tedeschi feriti durante il conflitto.Io abito in campagnia e in quegli anni oltre al seminario e a tre antiche ville, c'era uno sparuto gruppo di case tra le quali la mia.Per la gente del posto, la presenza dei tedeschi prima e dell'esercito americano dopo fu una manna.Infatti, sulle tavole di questa povera gente non mancava mai il cibo offerto dai due eserciti.Mia nonna che aveva mio padre in fasce ebbe la fortuna di poter lavorare nell'ospedale.Altri, presso la mensa ufficiali.A fine turno,scortata da un militare ritornava a casa con una teglia piana di cibo per la famiglia.Il giovedì era festa grande perchè portava a casa anche il dolce.In casa mia a testimonianza di quell'esperienza, puoi trovare ancora alcune teglie in alluminio e 5 sedie in paglia di Vienna.Poi vennero gli americani che piazzarono una mitragliatrice anti aereo davanti casa e tre cannoni dietro .Anche loro aiutarono mia nonna e la sua famiglia ad andare avanti.Mio padre conobbe la cioccolata ed il primo uomo di colore,.Dopo qualche anno, a guerra finita, venne a trovare la mia famiglia accompagnato dalla giovane moglie bianca.Mia nonna , in qualche recondito cassetto nasconde gelosamente alcune foto di questo incontro.Anche gli americani ci lasciarono varie cose.Soprattutto coperte, posate con il marchio U.S:A. ed una ciotolina dove riscaldo il latte.Mio padre invece, custodisce gelosamente un bossolo della mitragliatrice.Altri andettoti riguardano la mia esperienza di bimbo intorno agli anni 70. Il più significativo, fu il ritrovamento di tre bombe, scusa se non sono preciso nella descrizione dell'armanentario da cannone, quelli dietro casa mia.Io e Alessandro eravamo affascinati da questi tre ordigni ricoperti di terra a dai quali avremmo voluto togliere la " punta " per farne delle belle freccie.Rimasero nel campo per un breve periodo poi vennero gli artificieri e le portarono via.Sempre in questo campo si trovavano e sono sicuro che potrei trovarli ancora, dei piccoli cilindretti, lunghi circa un cm e di diametro di 2, 3 mm, di polvere da sparo pressata e di color grigio scuro.Passavamo le ore a raccoglierli per poi metterli in fila e dargli fuoco.Era impressionante quanto fiamma ancora facessero.Un giorno, eravamo intorno alla metà degli anni 80, un trattore ruppe un intero sacco di questa polvere da sparo e per noi ragazzi fu l'apoteosi. Insomma, andettoti con i quali sono cresciuto.Mia nonna che ora ha 96 anni mi ha cresciuto con questi ed altri racconti. Come quello del contadino e del suo asino falcidiato da una raffica sparata da un aeroplano o quando suonava la sirana e tutti si nascondavano nelle cantine.Mio bisnonno, che ho avuto la fortuna di conoscere, alle cantine preferiva nascondersi sotto l'esile arco in mattoni di un ponticello a due passi da casa mia,. Stava li solo soletto,tendendo stretta la cassetta dei risparmi .Oppure di quella bomba che esplodendo ad un centinaio di metri da casa, mandò in frantumi tutti di vetri delle finestre di casa
03-04-2014 14:05 - modificato 03-04-2014 14:06
Grazie foresto, queste esperienze di vita sono le cose che più mi affascinano, ancor di più del reperto bellico
magari acquistato o trovato con sacrificio.
Sarà perchè di queste storie ne ho sentite parecchie da bambino, specialmente da mia nonna
ed in particolar modo da mia mamma che ha vissuto la guerra forse alla pari dei tuoi genitori
essendo figlia di terra toscana anche lei.
Lì la guerra l'avevi dentro casa, lei è di Massa e aveva i tedeschi in casa e gli americani a Viareggio
la famosa linea gotica.
Ascoltavo e ascolto incantato queste esperienze ancora adesso.
in data 03-04-2014 14:21
Si è vero.Anche io che colleziono altre genere di cose, più che la cosa in se per se, mi affasciana pensare a chi l'ha posseduta, da dove viene e perchè.Questo è un esercizio di fantasia, studio e memoria che mi arricchisce più di ogni altra cosa.Posto la foto del piedino impresso nel mattone.Purtroppo non è una foto di qualità e non si legge bene l'impronta