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Comportamento fiscale dropshipping

Salve a tutti. 


Mi rivolgo in particolare a chi fa dropshipping. Stavo pensando di cominciare a vendere qualcosa in dropshipping e mi sto informando su cosa questo comporti a livello fiscale e normativo. 


Per chi non lo sapesse, il dropshipping prevede questo semplice meccanismo:


1) Io pubblicizzo l'oggetto e lo vendo al mio prezzo


2) L'acquirente compra da me e paga l'oggetto


3) Io ordino l'oggetto al grossista (ovviamente ad un prezzo inferiore essendoci il mio margine) e dò disposizione di spedire direttamente al cliente


4) Il cliente paga in contrassegno alla ricezione della merce l'iva ed i dazi doganali(tale circostanza verrebbe ovviamente fatta presente in sede di inserzione)



Il procedimento standard è questo. Purtroppo c'è un problema. L'unico documento fiscale valido ai fini della legge italiana è la bolla doganale che, però, va al cliente ed inoltre io, come venditore, dovrei essere responsabile del versamento dell' IVA per la transazione nel momento in cui ho acquistato un oggetto che arriva sul suolo italiano(paradossalmente se vendessi ovunque tranne che in italia, e quindi in regime di extraterritorialità, non avrei di questi problemi).


A questo punto o sfugge qualcosa al mio commercialista(cosa possibilissima) oppure tutti quelli che fanno dropshipping lo fanno in maniera incompatibile alle norme vigenti. Inoltre c'è un ulteriore problema, il valore dichiarato. Spesso i fornitori esteri, senza richiesta specifica fra l'altro, dichiarano un valore minore (spesso la metà precisa) pensando di far cosa gradita. In caso di un acquisto privato probabilmente lo sarebbe ma quando di mezzo c'è un'azienda può essere un problema perchè il corrispettivo pagato non corrisponderebbe a quello effettivamente dichiarato dal fornitore. 


Per non dilungarmi oltre chiedo a coloro i quali abbiano più esperienza in questo campo di illuminarmi in tal senso. Mi pare inverosimile infatti che aziende anche importanti rischino la loro attività per fare dropshipping senza essersi tutelati in qualche modo. Grazie anticipatamente a chiunque voglia rispondere o anche solo dare una propria opinione. Saluti


Marco

Messaggio 1 di 11
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10 RISPOSTE 10

Oggetto: Comportamento fiscale dropshipping

g-store_srl
Utente della Community

ciao marco,anche io da un po' di tempo che mi faccio e rifaccio la stessa identica domanda,sempre che al mio commercialista non sfugge qualcosa.


secondo me ce' poco da fare, chi vende in dropship ed importa in italia deve pagare la dogana e l'iva sul valore reale della merce.


se si dichara un valore piu' basso,diciamo indicativamente sotto i 22 euro la dogana non si deve pagare ma purtroppo non si sta in regaola con il fisco,qualora ci fosse un controllo della finanza e dall'agenzia delle entrate.


secondo il mio modesta parere,siccome l'italia mi sembra la repubblica delle banane,nessuno dei venditori online paga un centesimo ne di dogana e ne di iva,e rischiano a loro spese finche' non gli va bene...


comunque se hai delle novita' ti prego di farmi sapere e io faroì lo stesso.


a presto francesco

Messaggio 2 di 11
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Oggetto: Comportamento fiscale dropshipping

Ciao Francesco,


ti farò sapere. In questi giorni ho preso appuntamento con l'ufficio amministrativo di DHL per parlare proprio di questo. A me basterebbe pure ricevere in copia la bolla doganale e fatturare con esenzione d'iva dichiarando che l'iva è stata versata dal cliente.


Comunque anche io penso che sia una pratica molto complicata e la maggior parte degli utenti sembrano infischiarsene.


Il mio commercialista mi ha detto che c'è una specie di vuoto normativo a riguardo e nemmeno alla camera di commercio sembrano capirne molto.


Se qualcuno più esperto potrà illuminarci ne saremo certamente grati. Saluti da Marco

Messaggio 3 di 11
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Oggetto: Comportamento fiscale dropshipping

g-store_srl
Utente della Community

OK....FAMMI SAPERE PERCHE' E' UN ARGOMENTO CHE MI INTERESSA MOLTO...ANCHE IO HO PARLATO CON DHL E DEI COMMERCIALISTI E ANCHE A ME E' PARSO DI CAPIRE CHE C'E' PROPRIO UN "NON SO NULLA GENERALE" MA DEL RESTO E' L'ITALIA CHE FUNZIONA COSI'...OK TENIAMOCI IN CONTATTO...A PRESTO FRANCESCO

Messaggio 4 di 11
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Oggetto: Comportamento fiscale dropshipping

millefili
Utente della Community

non puoi fatturare in esenzione IVA, sei un venditore italiano che vende a un italiano, l'IVA non ci scappa



le tue vendite DEVONO essere per Legge IVA inclusa se acquisti all'ingrosso e vendi al dettaglio.



Il fatto che tu riceva dal grossista una fattura e non abbia le bolle doganali a te intestate, direi che è un grosso prolema fiscale che nessun dhl ti può risolvere, loro si occupano di spedizioni non di tasse

Messaggio 5 di 11
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Oggetto: Comportamento fiscale dropshipping

its360
Utente della Community

Salve. Qualcuno saprebbe consigliarmi dei siti, motori di ricerca o quantaltro per poter contattare fornitori e avviare un'attività con il dropshipping?



 

Messaggio 6 di 11
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Oggetto: Comportamento fiscale dropshipping

maximps
Utente della Community

La risposta è semplice, ma non ti piacerà

Nel commercio tradizionale io posso acquiastare dell'estero e fare recapitare direttamente al cliente ma i documenti sono a me intestati io curo lo sdoganamento. Ovviamente vendo ad un prezzo che include già gli oneri doganali (iva, eventuale dazio, costo delle prastiche dongali tramite spedizioniere.

Nel commercio  online dovrebbe essere la stessa cosa; se vendo un oggetto di un certo valore non si capisce perchè dovrei farlo recapitare direttamente al cliente, per risparmiare 5-6 € di corriere?

Il dropshipping ha un senso quando si parla di bene di modesto valore non soggetti a iva, in questo caso il senso è quello di evadere le tasse doganali facendo apparire il cliente finale come colui che importa un bene di modesto valore per uso proprio quando invece il bene non viene da lui importato ma acquistato  da un soggetto italiano che è il piu delle volte è un soggetto privato che fa questi traffici in nero per tirare su qualche soldo, non vedo come lo possa fare una azienda in modo regolare

Quando invece il bene ha un valore superiore ai 22€ ed è soggetto ad iva ci sono i problemi da te menzionati e non sarebbe praticabile nel modo in cui viene proposto dalle aziende cinesi; inoltre viene a mancare una parte del vantaggio che è quello appunto di non pagare iva. Questo non vuol dire che non ci sia chi lo pratica, magari senza fare capire bene da dove arriva la merce e i rischi associati

Si tratta per lo più di poveracci che vogliono farsi una paghetta; non credo che tu ti voglia addentare in questo sottobosco di diseredati perchè per una azienda una volta individuato un prodotto che si ritiene di potere vendere con un buon guadagno ci sono vie regolari piu lucruose del dropshipping, però bisogna anche essere disposti a rischiare.  Come si dice spesso fra commercianti, a vendere a buon prezzo quello che non si ha sono buoni tutti.

Messaggio 7 di 11
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Oggetto: Comportamento fiscale dropshipping

Buongiorno,

finalmente trovo una persona che mi ha confermato alcuni dubbi, e la ringrazio. Volevo aggiungere un quesito chiedendo un suo parere:

ipotesi: io vendo in dropship merce sotto i 22 euro di un venditore cinese che pago esclusivamente con paypal. Il mio cliente (internazionale) invia il pagamento a me tramite paypal ed e' avvisato tramite il sito che siccome la merce parte dalla Cina potrebbero aggiungersi dazi e tasse del suo paese. Per essere in regola (avendo io la partita IVA) secondo me e' sufficente presentare allo stato l'estratto dei pagamenti effettuati e ricevuti con paypal. che ne pensa?

La ringrazio fin d'ora.

 

Messaggio 8 di 11
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Oggetto: Comportamento fiscale dropshipping


@albatv ha scritto:
 

ipotesi: io vendo in dropship merce sotto i 22 euro di un venditore cinese che pago esclusivamente con paypal. Il mio cliente (internazionale) invia il pagamento a me tramite paypal ed e' avvisato tramite il sito che siccome la merce parte dalla Cina potrebbero aggiungersi dazi e tasse del suo paese. Per essere in regola (avendo io la partita IVA) secondo me e' sufficente presentare allo stato l'estratto dei pagamenti effettuati e ricevuti con paypal. che ne pensa?

 

Secondo me, ma non sono un fiscalista quindi parlo solo a titolo di buon senso, non è regolare neanche così.

 

L'evasione dell'Iva (e non solo) c'è ancora ed è consistente, perchè mettiamo che tu riesca a vendere anche solo un centinaio di oggetti in franchigia, quindi di valore inferiore ai 22 euro, tutti questi oggetti sono esenti  se presi singolarmente ma nel loro insieme fanno massa e superano certamente la franchigia sia per l'Iva che per il Dazio (o i Dazi).

 

Il resoconto delle tue entrate ed uscite PayPal non risolverebbe questa anomalia ma solo quella dell'eventuale imposizione sul reddito di impresa.

 

Ma se dico c....te ditemelo per favore.

 

Ciao

 

 

#stay safe = keep the distance + use the mask + pay only with PayPal
Messaggio 9 di 11
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Oggetto: Comportamento fiscale dropshipping

Questa che si descrive è la classica triangolazione estero su estero. Ed è un reato ed anche piuttosto grave (chiedere a Berlusca che è molto informato su questo genere di cose ed anche sulle pene previste).

Non si può fare per un motivo molto semplice, perché il fondamento di una azienda italiana è la contabilità regolare che prevede la fatturazione e la registrazione contabile. A quel punto l'ipotesi teorica proposta dal nostro amico non ha nessuna legalità. Innanzi tutto non è detto per niente che nella dogana del cliente internazionale destinatario della merce esistano questo genere di franchigie. Esistono in europa, ma all'esterno chi lo sa? Inoltre esiste il principio della territorialità. Una azienda paga le tasse dove opera e se ha una partita IVA italiana deve pagare le tasse in Italia. E non importa se fa operazioni estere e basta. Per avere libertà in questo senso bisogna anche risiedere all'estero. Dare allo stato la lista dei movimenti Paypal è una cosa utile soltanto a guadagnarsi una bella denuncia per evasione fiscale.  Per essere corretti si dovrebbe acquistare dal fornitore estero (con fattura esente IVA), registrare contabilmente la propria fattura d'acquisto qui in Italia (e pagare le imposte dovute IVA compresa se esiste il caso) e vendere all'estero sempre con fattura (esente IVA anche quella). Così si è regolari e si pagano le imposte IVA che poi vengono compensate in sede di conguaglio annuale e la chiusura di esercizio per l'annata. Tutto il resto è illegale. Non a caso infatti, quando si fanno acquisti di merci destinate alla rivendita si devono fare delle particolari dichiarazioni ed elenchi di fatture d'acquisto al fisco quando gli acquisti sono fatti all'estero. E le si devono fare anche quando si mettono su attività destinate all'esportazione di merci all'esterno della comunità europea (proprio per questioni di IVA e di compensazioni). Bisogna insomma costituire regolari società di import/export e seguirne le normative. Quindi l'ipotesi proposta è un reato vero e proprio e sembra chiaro che per costituire questo genere di attività durature, esistono delle normative ben precise e nemmeno semplici da seguire.

Messaggio 10 di 11
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