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La merce viaggia a rischio dell'acquirente, o no?

santo2018
Utente della Community

Buongiorno, l'acquirente USA, mi contesta un oggetto diverso dal normale, perchè (a suo dire) non fornisce foto, è arrivato con qualche ammaccatura.

Messaggio 1 di 23
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22 RISPOSTE 22

La merce viaggia a rischio dell'acquirente, o no?

Io in passato su ebay mi son fatto 5/6 mila feebdack con prioritarie non tracciabili,

 

avro' fatto 10 / 20 rimborsi fino al 2014 , davvero pochissimi .

 

da quando hanno messo su il sistema controversie ebay,

 

tutti i sistemi non tracciabili sono fuori uso, posta1 , posta4 , dhl packet senza codice ,

 

postNL senza codice, TUTTI a KO . Prima del 2014/2015 erano tutti santi sti postini .

 

i postini di mezzo mondo, sono tutti evasi dalle patrie galere e assunti negli enti postali ??

 

gli enti postali nel mondo hanno cambiato i requisiti per le assunzioni ??

 

speriamo che ebay e paypal agiscano,  ma non credo lo fanno bene  ....

 

 

Messaggio 21 di 23
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La merce viaggia a rischio dell'acquirente, o no?

Io di feedback, se è per questo, in passato ne ho fatti ben di più ed oltre il 50% erano spedizioni non tracciabili (o meglio senza ricevuta anche perché il tracking non era molto diffuso teconologicamente in quegli anni), e di rimborsi ne ricordo esclusivamente tre ed erano per casi del tutto reali.

 

Il problema non è il sistema di controversie Ebay, ma il concetto di assicurazione di Paypal. Il vero male originale è quello. Non è contestabile il fatto che esistano delle tutele, che sono dovute agli acquirenti perchè il mercato online è un mercato che ha dei pericoli insiti nel suo stesso modo di vendere. E' una forma di rischio che il venditore e l'acquirente devono accettare perché si parla di distanza.

 

Il problema è che queste tutele vengano gestite in maniera difforme, e spesso disattenta. In realtà il volersi ergere a giudici dà a Paypal spesso un delirio di onnipotenza che la fa convincere che nelle contestazioni di poco conto possa decidere in maniera unilaterale senza chiedere nulla in cambio da parte di chi contesta.

 

Non lo fanno sempre, anzi è in realtà molto raro che lo facciano perché spessissimo voglione vere ed autentiche prove dimostrate per dirimere contestazioni, ma gli capita di farlo per questioni di scarso valore.

 

In quel caso decidono in maniera che nei fatti e per le leggi è illegale, perché dare ragione ad una parte piuttosto che ad un'altra semplicemente a richiesta, per il nostro ordinamento è una cosa assolutamente illegale.

 

Lo è perché il diritto italiano ha il basamento fondamentale dell'onere della prova in chi accusa. Se non esiste prova non esiste accusa. Questo è un principio fondamentale nelle nostre forme di giudizio.

 

Quando Paypal ha deciso di dare questa forma di "tutela", si è arrogato un diritto unilaterale di giudizio che per il nostro paese è una forma di arbitrato del tutto illegale. Da noi gli arbitrati non li possono fare tutti, li devono fare sencondo norme precise del diritto, e gli arbitri non possono essere né imposti né si possono imporre ad una delle parti, ma devono essere del tutto condivisi dai protagonisti della disputa, volta per volta.

 

E possono esser anche ricusati. Quindi un arbitro che esiste a prescindere, senza possibilità di scelta e quasi in forma "istituzionale" e "contrattuale" per il nostro diritto è una cosa illegale. Ed anche quando ci fosse, ha comunque l'obbligo di giudicare secondo norme e diritto. E questo paypal semplicemente non lo fà perché decide in forma autonomoma, non motivata e del tutto arbitraria.

 

Quindi illegalmente. E siccome per loro è una questione del tutto commerciale a tutti gli effetti, succede lo stesso fenomeno di "disattenzone" di cui si parlava prima. In casi di scarso valore e che a loro costerebbero poche percentuali di punto di commissione di scarso valore, decidono loro, spesso senza prove e molte volte in maniera del tutto inversa a casi che paiono analoghi. Quasi a seconda del momento e comunque senza dare giustificazioni. Tanto costa poco a loro.

 

In casi più pesanti non decidono così affatto, chiedono mille prove, danno mille vincoli e mille ostacoli. Proprio come il caso in analisi in questo post.

 

Qui, di fatto, hanno deciso a favore dell'acquirente ma hanno anche messo il vincolo della rispedizione (che ovviamente non è assolutamente mai a carico del venditore per quanto gli riguarda), e quindi di fatto hanno reso impossibile il rimborso perché sanno molto bene che per un acquirente americano è una cosa impossibile ed anti-economica.

 

In casi di costi pesanti loro non decidono a favore dell'acquirente praticamente mai. E questo non è fare gli arbitri super-partes ma fare invece sempre interessi "pro domo sua".

 

Ecco perché Paypal come arbitro non è credibile affatto. Per tutta questa serie di usi, considerazioni e forzature che non considerano affatto gli utenti per primi, ma la loro società. Ed Ebay ragiona nelle medesime condizioni e con le medesime risultanze.

 

Siccome talvolta per i costi bassi loro danno ragioni asinine agli acquirenti senza la minima valutazione, allora ingenerano nei furbetti la sensazione che ci possono comunque "provare". Questo natualrmente genera danno ai venditori che vedono un effetto di moltiplicazione nei loro confronti fatte da molti furbetti diversi, ma per Paypal è invece un danno trascurabile.

 

A loro costa poco, fanno un investimento pubblicitario a basso costo passando come coloro che "tutelano gli utenti" (piuttosto risible nella realtà dei fatti veri), e non rischiano nemmeno tanto perché se qualcuno fa il furbetto troppo spesso loro lo stangano senza pietà alcuna perché per loro diventa un problema commerciale.

 

Il tutto con buona pace di alti concetti come la giustizia, l'equità e la tutela. 

Messaggio 22 di 23
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La merce viaggia a rischio dell'acquirente, o no?

Sta di fatto che in questi giorni ho venduto un obiettivo in condizioni pari al nuovo, imballato in maniera accurata con involucri "sealed air" che sono dei veri e propri air bag.

L'acquirente ha avviato una procedura di restituzione per obiettivo danneggiato inviandomi ina foto dove si vede il diaframma distrutto.

In sintesi:

- L'obiettivo era praticamente perfetto al momento della vendita, utilizzato per meno di 150 scatti e tenuto in maniera "maniacale"

- Le foto dell'inserzione evidenziavano anche il diaframma in perfetto ordine

- L'acquirente dimostra poca dimestichezza con la fotografia definendo "otturatore" il diaframma interno all'obiettivo .....!?!?

- Paypal chiede la restituzione dell'intera quota pagata dall'acquirente con l'aggiunta delle spese di spedizione di ritorno, paventando la potenziale perdita di punteggio di feedback come venditore

- L'oggetto era stato messo in vendita con l'opzione "restituzione non accettata"

- Sono un utente acquirente e venditore occasionale con oltre 300 feedback positivi al 100%.

 

Il tipo di danno all'obiettivo lascia intuire un probabile errato utilizzo da parte dell'acquirente.

E' giusto che io debba ricevere indietro un oggetto spedito in condizioni eccellenti ed essere sollecitato per un rimborso totale comprensivo anche le spese di spedizione di ritorno, pena una potenziale perdita di reputazione (feedback)?

Le cospicue commissioni di Paypal per una semplice transazione tra conti sulla stessa piazza quali benefici producono per il venditore che si vede l'importo totale della vendita bloccato in attesa della conclusione della procedura di restituzione?

E la clausola di "restituzione non acettata" a che cosa serve?

Io mi domando se questa policy di gestione non PENALIZZI il VENDITORE.

 

 

Messaggio 23 di 23
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