E' una semplice questione di affinità elettive, ma qualcuno non ha capito il mio entusiasmo: C'è chi si identifica con gli esseri umani e chi con i luoghi comuni o con la pietra dell'antigorio. Altri, e si credono anime sensibili, antepongono la vita di un pesce rosso a quella di un loro fratello. L'aspetto esecrabile non sta nelle loro paranoie, ma nel fatto che, come accaduto, siano pronti alla violenza per sostenere le loro amorevoli pulsioni . Aggredire la nostra Caterina e trovare chi trova giustificazioni a tali espressioni di disumana ferocia, è e può essere solo patrimonio di chi a suo tempo ebbe il coraggio di distribuire la responsabilità della sua morte al tassista milanese, massacrato da un violento sedicente amico degli animali o animalista.
Alcuni infelici, ai quali venne proposto il dilemma se avrebbero lasciato morire il proprio figlio o strappare al cuore a un babuino per sostituirlo a quello del proprio bambino, risposero "così morirebbero tutti e due", preferendo (forse) il non capire alla razionalità di ammettere di essere pronti ad uccidere uno dei milioni di animali che vengono uccisi ogni giorno. La domanda palesemente retorica stava a significare la miseria di certi estremismi, valevoli solo fino a quando non si misurano sulla propria pelle. Per chiunque, dotato di un minimo di intelligenza, era chiaro che il concetto presupponeva la sopravvivenza certa del figlio, solo la più tetragona ottusità poteva pensare o cercare di ridurre e ontgfrabbandare lo strappare il cuore a un babuino come un puro esercizio di crudeltà e non il prezzo della vita per un proprio famigliare, ciò malgrado -almeno a chiacchiere e a isterismi, sembra che esista o esisterebbe chi preferisce veder morire morire una ragazza che veder galleggiare, nella sua assurda prigione un ciprinide, strappato al suo ambiente e piazzato in una boccia per la becera limitata soddisfazione di identificare un affetto in un frammento minimale e incarcerato di una fritturina. Un'altissima espressione di distinguo da ogni residuo di umanità.
Complimenti ancora com unque ed ancora auguri a nome di Caterina, ma insieme spero gradiate il rinnovo della promessa della mia massima collaborazione nel sostenere le vostre posizioni, in mnodo particolare di coloro che tgra di voi e diagnosi alla mano, mi farà vedere di essere pronto a morire per non ricorrere a farmaci o a derivati da sperimentazioni sugli animali. Solo in questi casi farò a meno di proporvi l'ineluttabile riflessione circa la scomoda realtà che tra gli animali ci siano anche e proprio gli uomini e che, in mancanza di test sui ratti, l'unica alternativa sono le chiacchiere, le fandonie sulle simulazioni e i vostri figli; se vi sentite di offrirli alle multinazionali, fatelo serenamente, non potrò che esservene infinitamente grato, specialmente se se insieme ai pesciolini rossi, il vostro superiore amore servirà a salvare i figli degli esseri umani.