Gentile sm81bis
(d'ora in avanti,
per brevità sm),
se lei fosse stato
consapevole, al momento
di formulare il suo commento
nel post 15566, che ciò che conta
nella vita e nel rincorrersi talora
incoerente degli eventi è la cosa (quasi
mi azzarderei a dire la cosa in sè), e non
il nome che variamente le si appone e che
fatalmente cambia secondo circostanze,
costumi, luoghi geografici e
cronologia, ebbene non
avrebbe preteso di
impartire
una lezione
di cucina,
non le pare?
In altre
forse più semplici
parole: lei puo' chiamare
quella "cosa" come desidera,
non mi sognerei mai di suggerirle
lezioni solo perché io la chiamo in
altro modo, peraltro, come ha visto,
largamente condiviso. Anzi, spingendomi
più oltre, se lei l'avesse chiamata "falena
dagli occhi celesti che trasporta polline di
fiori da Maracaibo alle pendici delle Himalaya",
ebbene, non l'avrei per nulla contestata o preteso
di impartirle una qualche lezione, anzi forse ci avrebbe guadagnato il mio apprezzameno nei suoi confronti. L'attenzione, la precisione, lo scrupolo nell'uso
del linguaggio appropriato, in fondo non è che
un sentiero, è propedeutico , ci prepara ad
una delle più grandi libertà
dell'esistenza umana,
quella di distruggerne
le fondamenta.
Da ciò si desume
che con questi equivoci
non solo convivo benissimo,
ma li considero un passaggio
ai fini della crescita spirituale.