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Intendevi dire: 

piego di libri non ancora ricevuto - acquirente apre controversia

salve a tutti

 

ho venduto un libro proponendo come metodi di spedizione il piego di libri ordinario e quello raccomandato

 

lo so che avrei dovuto proporre solo il raccomandato (mea culpa)

che sarebbe stato bene bloccare gli utenti con 0 feedback (mea maxima culpa)

 

ma fatto sta che un utente con 0 feedback cui ho spedito il libro il 27 dicembre, mi apre ieri controversia per oggetto non arrivato

eppure glielo avevo scritto che in caso di ritardi poteva contattarmi in ogni momento

ma ha aperto controversia (gli zero feedback...)

 

avevo letto che ebay poteva a suo insindacabile giudizio rimborsare in questi casi se la conologia del venditore era immacolata (io ho 100% positivo) senza che ci dovesse rimettere il venditore se l'importo era di piccola entità (leggevo al di sotto di 25 euro)

 

però quelle discussioni erano del 2014, esiste ancora oggi questa possibilità e come fare?

 

si parlava di dover convertire in controversia in reclamo da parte del venditore, ma io nella visualizzazione della controversia non vedo nessun modo per poter convertirla in reclamo?

 

qualcuno più esperto mi sa dare lumi?

Messaggio 1 di 27
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26 RISPOSTE 26

Rif.: piego di libri non ancora ricevuto - acquirente apre controversia

Beh, sui postini non facciamo gli ingenui e sui venditori neanche, però un feedback non è che viene vietato in assoluto: non puoi lasciarlo negativo, ma puoi comunque segnalare che non ti è arrivato, mi sembra un buon compromesso. D'altra parte se non ti fidi o del venditore o delle poste scegli la raccomandata e chiedi pagamento paypal (per quel che vale fuori da ebay, perché non ho capito se funziona o meno).

 

Per me bisogna essere flessibili perché non tutti gli aspetti delle relazioni umane possono essere rigidamente disciplinate da contratti...

 

 

Mi sarebbe piaciuto poter vendere anche con ebay ma non ho fatto in tempo ad arrivare neanche a 10 transazioni che già me ne sono pentita. E fortuna che tutto sommato, se sto benedetto piego di libri non arriva in tempi brevi, alla fine non ci perdo chissaché perché il libro che ho venduto l'avevo preso con i biscotti.

Comunque un'altra cosa che non va per niente bene è che ebay metta come tempi di arrivo previsti per il piego di libri dai 4 ai 9 giorni: sì, nei sogni... così l'acquirente se va bene si lamenta solo del ritardo e se va male va in panico prima del tempo. Che poi non so neanche se nel conteggio fatto da ebay risulti il sabato (quando i postino non consegnano). Che mettano come limite di consegna almeno 14 giorni (considerando che possono essere pure 30).

 

 

Mi pare chiaro comunque che per i privati, che non hanno grandi numeri di vendite e quindi non possono compensare i costi dei reclami, meglio tenersi alla lontana da paypal (anche perché c'è pure il problema del reclamo per oggetto non conforme, che voglio vedere come fa il venditore a difendersi) se non addirittura limitarsi a vendere solo di persona (magari facendosi firmare un foglio che attesta la consegna e una foto con l'acquirente e l'oggetto che non si sa mai, almeno quella sarà ammessa come prova Smiley LOL)

Niente niente prendono piede le vendite sul social network famoso, voglio vedere come ebay si dà una mossa a sistemare le problematiche...

 

 

ciao

Messaggio 21 di 27
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Rif.: piego di libri non ancora ricevuto - acquirente apre controversia

Ho osservato un pochino il discorrere tra te ed il caro Moria, e ti direi che magari le tue sono ottime intenzioni. Ma quando si parla di vendite a distanza e siti mastodontici come sono Ebay e tutto l'e-commerce in generale, queste ottime intenzioni devono cedere al principio che sostiene che "ubi maior minor cessat".

 

Qui si parla di vendite a distanza. Gli accordi tra privati sono benvenuti quanto si vuole, ma nel discorso che fai, che è certamente in buona fede, basta poco, se non pochissimo, per farlo vacillare.

 

In un ambiente ideale due privati si accordano, rispettano l'accordo ed in caso di inconveniente rispettano l'accordo preso. Il tutto sulla reciproca buona fede. Ma se questa è mal riposta? Già una norma come quella citata in quel sito d vendita di cui parlate è semplicemente ridicola. Chi si assume che cosa? Un acquirente si assume responsabilità su una spedizione che non commissiona personalmente, che non gestisce in nessun modo e che non viene controllata da lui? Ed il tutto dopo avere anche pagato in anticipo. La domanda è più che ovvia: ma perché mai dovrebbe farlo?

 

Che cosa, e la domanda è sempre quella, che cosa mai garantisce un acquirente che, ribadisco, paga in anticipo, che tu effettui effettivamente una spedizione non tracciabile? Niente, non lo garantisce assolutamente niente. Ed anche se tu facessi delle fotografie che in realtà non si possono fare, perché mai poi dovrebbe essere lui a prendersela nella saccoccia in caso di smarrimento? Perché dovrebbe pagare in anticipo e rassegnarsi in caso di perdita dal momento che ha scelto una spedizione non tracciabile per questioni di economia e che mai potrebbe scegliere se tu non la mettessi a disposizione?

 

Se questa spedizione è potenzialmente una fossa di lupi dove l'acquirente potrebbe cadere, ma perché mai dovrebbe essere giustificata per un offerta commerciale, tale fossa, da parte del venditore, per accostare gente alla vendita, ma poi quest'ultimo potrebbe salvarsi semplicemente dicendo che comunque trattasi di spedizione pericolosa e che egli conseguenzialmente non si assume responsabilità se venga scelta dall'acquirente. Questi sono atteggiamenti manichei e sono tutti ostacoli che alla fine rendono vano e del tutto impraticabile un accordo tra privati come quello che invocheresti tu.

 

Non si può fare perché si è nella realtà della distanza, non ci si conosce, non ci si vede e nemmeno si apprezza il bene in vendita e, per forza di cose, non ci si può fidare completamente dal principio. Ed ecco perché il bisogno totale, assoluto, certo e del tutto assolutamente necessario, dell'esistenza di norme ben precise.

 

E non norme elastiche ed opinabili, ma bensì norme rigide, precise, tassative, con margini di manovra molto limitati (che esistono ma assolutamente limitati) e che ostacolino proprio comportamenti del tutto distorti che si potrebbero verificare o che conteplino i casi che si possano verificare che possano fare andare male la cosa.

 

E norme per tutti a prescindere dalla loro condizione ed attività. Perché le norme sono, anche se dire questo in questi periodi ove tutti si sentono autorizzati a sparare a zero su chiunque non la pensi come loro con un conseguente scarso o nullo rispetto per quello che è istituzione e legge (che tempi brutti questi di oggi e moralmente del tutto scadenti), le norme, dicevo, sono tutela. Sono tutela vera per chiunque. Basta attenervisi e rispettarle.

 

Se siamo in un ambiente invece normativo e vogliamo essere congrui in questo, allora vediamo che cosa ci dicono tali norme. Quando si parla di "responsabilità del venditore" in caso di vendita a distanza, non si parla di responsabilità o meno della spedizione, ma della responsabilità più ovvia, e cioè di ottemperare all'assoluto diritto dell'acquirente, ovvero di avere quello per il quale ha pagato.

 

Questo è il concetto di "responsbilità". E siccome siamo in una situazione ove spesso ci divide distanza se non addirittura il mare stesso, questa diventa una cosa complicata un pochino per tutto. Le reciproche responsabilità devono essere divise in parti eque. E chi le divide in questo modo sono proprio le norme. Il primo responsabile, dopo che si è raggiunto l'accordo di acquisto e si è movimentato il corrispettivo per la vendita, è quindi il venditore che deve consegnare e che ha il problema di farlo. Della responsabilità della consegna si libera solo se dimostra di avere incaricato un corriere od un vettore, che diventa responsabile della consegna al posto suo (viene pagato per farlo e quindi ci stà). In tutto questo l'acquirente è responsabile di niente. Attende e basta e diventa responsabile di qualche cosa solo quando entri in possesso dell'oggetto a lui destinato.

 

Da questa sequenza non si può uscire. Non si può dire che il livello di responsabilità della consegna alla fine improvvisamente scompare o sparisce assieme all'oggetto. Le domande sono ovvie: chi doveva consegnare? Il venditore. Come lo ha fatto? Affidando tutto ad un vettore. E' dimostrabile? Sì. Chi è quindi responsabile della perdita? Il vettore. Chi paga? Il vettore (e non un tanto al Kg., stai sicura. Anche se ci tentano di farlo passare come un discorso valido, in realtà i tribunali non sono affatto d'accordo con questa cosa).

 

Quindi la tutela per chi vende è il non avere responsabilità se si affida a terzi er la consegna. Per l'acquirente è quella di avere sempre un riferimento se la consegna vada male, ovvero un riferimento che "paghi". E per il vettore è il non avere più responsabilità una volta consegnato, avendoci pure guadagnato. Eccolo il circolo virtuale.

 

Ecco perché per un acquirente che scelga una spedizione non tracciabile non può essere detto che si assuma una qualche responsabilità di questa scelta, quindi. Perché le norme non prevedono che nella fase di consegna della spedizione lui abbia una qualche responsabilità in assoluto.

 

Ecco perché un venditore permane responsabile di una spedizione non tracciabile. Perché lui non ha questioni riguardanti la tipologia di spedizione o meno da considerare, ma ha quella che lui è responsabile DELLA CONSEGNA di quanto acquistato. E per non esserlo più deve seguire le norme e dimostrare di avere affidato ad un vettore, che SI ASSUMA la responsabilita' al suo posto. Perché un acquirente non può essere messo nella condizione del pericolo di non ricevere nulla e non avere niente e nulla da nessuno.

 

Ecco quindi perché una fotografia non mostra né dimostra nulla. Perché non libera il venditore dalla sua principale responsbilità.

 

Chiaro che queste non devono suonare come critiche personali, ma come considerazioni di tipo generale e basta. Io ribadisco che ti ritengo in ottima fede, ma mi sembrava opportuno spiegare questo tema, perchè non si deve mai deviare dal faro di quelle norme. Io ritengo che siano la guida in assoluto più giusta e tutelante che ci sia. Il resto che non ci si attenga è sempre un qualche cosa di storto, nella buona e nella cattiva fede.

 

 

 

Messaggio 22 di 27
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Rif.: piego di libri non ancora ricevuto - acquirente apre controversia


Allo stato delle cose e della normativa a cui ebay si attiene non ci sono dubbi.

Io, però, rimango dell'idea che grazie al cielo ci sono anche altri siti (e non solo quello indicato) dove mettendoci d'accordo di persona si fanno accordi, possiamo anche dirlo, non a rigore di legge. È non è detto che tale sistema informale non possa avere un suo spazio, come lo ha avuto in passato quando i privati si scambiavano o vendevano cose per corrispondenza. (Se ciò succedesse sarebbe pure un segno positivo che magari c'è più gente affidabile e onesta in giro).
Per la questione di un'eventuale fiducia mal risposta, certo il rischio c'è, ma può essere limitato con un sistema adeguato di feedback e, talvolta, anche accendendo il cervello.
Poi, comunque, a me rimane anche la curiosità (a prescindere da tutto) di capire perché cavolo l'acquirente se non si fida (del venditore o delle poste) sceglie la non tracciabilità, di cui sono esposti chiaramente i rischi, chiaramente eh, non è che sono nascosti. Davvero solo per risparmiare? O lo fa perché all'inizio pure lui ritiene improbabile che succeda qualcosa e poi si fa prendere dal panico se non vengono rispettati i tempi (assolutamente farlocchi, almeno per i pieghi di libri) delle poste?

Comunque, a proposito di clausole vessatorie, figurati che nelle condizioni di vendita di una casa editrice, legata all'istituto nazionale per lo sviluppo musicale nel mezzogiorno (!), c'è espressamente scritto che se si sceglie il piego di libri ordinario non si assumono la responsabilità... Della serie che non solo tra chi non vende di professione ma anche tra i professionisti delle vendite c'è parecchia ignoranza (o finta ignoranza di comodo).
Ho fatto un acquisto da tale casa editrice (ed è andato ovviamente tutto bene) ma quando ho fatto l'ordine per la fretta non mi sono accorta subito né di che tipo di piego di libri fosse (se raccomandato o ordinario) né della clausola e sono stata per tutto il tempo in pensiero, anche perché il libro non era esattamente economico.

Per curiosità, quando dici:

"e non un tanto al Kg., stai sicura. Anche se ci tentano di farlo passare come un discorso valido, in realtà i tribunali non sono affatto d'accordo con questa cosa"

i tribunali non sono d'accordo ma questo che significa? Che poi alle Poste effettivamente tentano di sottrarsi ai loro obblighi? Che la normativa non è chiara?

Ok che quello che è legge è legge, però si possono pure migliorare le leggi se in certi contesti finiscono per scontentare tutti o tutelare solo alcuni. Ed è questo quello che emerge, perché a parte la questione della tracciabilità mi pare ci sia del malcontento anche sulla questione dell'oggetto non conforme, sia da parte degli acquirenti che, ancora più spesso, dei venditori... tanto che alla fine della storia qualcuno deve sempre "fare a fidarsi" (è il venditore che vende qualcosa che non ha descritto bene?, è l'acquirente che non sa leggere quello che c'è scritto?, è la spedizione che ha danneggiato l'oggetto? Chi si degna di controllare dove è più probabile stia la ragione?)... per dire eh, non è che voglio aprire pure quest'altra questione... (almeno fino a quando non ricevo controversia pure per quello... così davvero, come venditrice, tolgo il disturbo).

Messaggio 23 di 27
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Rif.: piego di libri non ancora ricevuto - acquirente apre controversia


@lucyvanpelt86  ha scritto:


Allo stato delle cose e della normativa a cui ebay si attiene non ci sono dubbi.

Io, però, rimango dell'idea che grazie al cielo ci sono anche altri siti (e non solo quello indicato) dove mettendoci d'accordo di persona si fanno accordi, possiamo anche dirlo, non a rigore di legge. È non è detto che tale sistema informale non possa avere un suo spazio, come lo ha avuto in passato quando i privati si scambiavano o vendevano cose per corrispondenza. (Se ciò succedesse sarebbe pure un segno positivo che magari c'è più gente affidabile e onesta in giro).

 

Quando i privati si scambiavano e vendevano come dici, i problemi erano all'ordine del giorno, le truffe un periclo costante e l'insoddisfazione estremamente diffusa. E' proprio per questi motivi che sono nate queste norme. Io, che comunque c'ero, non li ricordo esattamente come periodi aulici, ma piuttosto li ricordo come tempi piuttosto bui. Soprattutto agli inizi, quando l'e-commerce era ancora bambino. Per non parlare del prima e delle vendite a catalogo per corrispondenza, Dio ce ne scampi.


Per la questione di un'eventuale fiducia mal risposta, certo il rischio c'è, ma può essere limitato con un sistema adeguato di feedback e, talvolta, anche accendendo il cervello.

 

Il feedback è un'arma spuntata del tutto inefficace contro la truffa ed il raggiro. Non credo che sia capace di evitare i problemi di una vendita nata male o di u imbroglio. Cosa del tutto inutile. Accendere il cervello, invece, la vedrei come cosa molto più positiva.


Poi, comunque, a me rimane anche la curiosità (a prescindere da tutto) di capire perché cavolo l'acquirente se non si fida (del venditore o delle poste) sceglie la non tracciabilità, di cui sono esposti chiaramente i rischi, chiaramente eh, non è che sono nascosti. Davvero solo per risparmiare? O lo fa perché all'inizio pure lui ritiene improbabile che succeda qualcosa e poi si fa prendere dal panico se non vengono rispettati i tempi (assolutamente farlocchi, almeno per i pieghi di libri) delle poste?

 

Lo fa per il più banale dei motivi, costa meno. E siccome le spedizioni a disposizione le metti tu che vendi, siccome la responsabilità di dare quello che vendi appartiene a te od a colui che denmandi a farlo, lui che acquista ha la sicurezza di ricevere o merce o soldi. Ed è anche ovvio che sia così, dal momento che obiettivamente è la parte più debole delle due in quel momento (lui ha pagato, lui aspetta e lui non ha visto proprio nulla sino a quando non viene consegnato il tutto).

Se tu non mettessi una spedizione economica a disposizione non tracciabile, lui non la potrebbe pretendere. 

E la domanda si può facilmente ribaltare. Se è talmente poco sicura, perché tu da venditrice la metti comunque a disposizione?

Comunque, a proposito di clausole vessatorie, figurati che nelle condizioni di vendita di una casa editrice, legata all'istituto nazionale per lo sviluppo musicale nel mezzogiorno (!), c'è espressamente scritto che se si sceglie il piego di libri ordinario non si assumono la responsabilità... Della serie che non solo tra chi non vende di professione ma anche tra i professionisti delle vendite c'è parecchia ignoranza (o finta ignoranza di comodo).
Ho fatto un acquisto da tale casa editrice (ed è andato ovviamente tutto bene) ma quando ho fatto l'ordine per la fretta non mi sono accorta subito né di che tipo di piego di libri fosse (se raccomandato o ordinario) né della clausola e sono stata per tutto il tempo in pensiero, anche perché il libro non era esattamente economico.

 

La lotta alle clausole vessatorie si fa a tutto campo. E' assai più facile che a partorirle siano grandi aziende piuttosto che piccoli privati. I professionisti non solo nonne sono immuni, ma ne sono invece i maggiori autori. Altrimenti non esisterebbe problema, e quindi nemmeno norma in merito, non credi?

Per curiosità, quando dici:

"e non un tanto al Kg., stai sicura. Anche se ci tentano di farlo passare come un discorso valido, in realtà i tribunali non sono affatto d'accordo con questa cosa"

i tribunali non sono d'accordo ma questo che significa? Che poi alle Poste effettivamente tentano di sottrarsi ai loro obblighi? Che la normativa non è chiara?

 

No, significa che spesso i vettori, e non sto parlando solo di poste, fanno passare il messaggio del "rimborso" come l'importo di 1 dollaro al Kg. del bene perduto, che è invece una questione della convenzione di Vienna, che non riguarda i beni trasportati su committenza e che è del tutto differente e ben poco attinente. I tribunali, invece e quando chiamati in causa, quasi universalmente analizzano lo specifico del bene in questione ed il suo valore, e quando il rimborso dovuto ad incuria o smarrimento da parte di un corriere sia provato, lo condannano  pagare l'intero danno e non certo 1 dollaro al Kg.

E siccome questo lo sanno molto bene anche le poste, che hanno perso cause del genere a centinaia, loro hanno addiritura istituito la possibilità della conciliazione in caso di perdite od avarie nell'espletamento dei loro servizi.

 

Ok che quello che è legge è legge, però si possono pure migliorare le leggi se in certi contesti finiscono per scontentare tutti o tutelare solo alcuni.

 

Quando ce ne sia il bisogno. Ed a me non pare affatto questo il caso.

 

 Ed è questo quello che emerge, perché a parte la questione della tracciabilità mi pare ci sia del malcontento anche sulla questione dell'oggetto non conforme, sia da parte degli acquirenti che, ancora più spesso, dei venditori... tanto che alla fine della storia qualcuno deve sempre "fare a fidarsi" (è il venditore che vende qualcosa che non ha descritto bene?, è l'acquirente che non sa leggere quello che c'è scritto?, è la spedizione che ha danneggiato l'oggetto? Chi si degna di controllare dove è più probabile stia la ragione?)

 

Ben due sistemi. O i due protagonisti del contratto prendono pacificamente atto dei fatti, rispettano quanto disposto e si adeguano, oppure si va da chi sia demandato a giudicare su queste cose. Spessissimo non sono le norme che difettano, ma la semplice mancanza di accordo tra le persone, la mancanza di volontà nel volere riconoscere i propri torti o la spiccata volontà dei più a generare del contenzioso. E questi sono fatti che non si aboliscono per legge. Ma non sono nemmeno problemi che poi siano generati dalle leggi stesse. 

 

Le norme non esistono per vessare a loro volta, si deve uscire da questo tunnel dove spesso la gente entra con questo bagaglio di credenze. Esistono per l'esatto contrario. E quello che è regolato per quello che riguarda le vendite a distanza e sì un pochino complesso, ma lo è perché si tratta di sistemi di vendita delicati, difficili e complessi. Ma sono norme logiche, spesso piuttosto chiare e per nulla inapplicabili. Quando si parla di diritti e doveri, non è mai tempo od inchiostro sprecato.

 

 

 

Messaggio 24 di 27
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Rif.: piego di libri non ancora ricevuto - acquirente apre controversia

Io con la vendita per corrispondenza (poca roba, per carità) avevo rimediato pure amici di penna... esperienze diverse...

 

"Se è talmente poco sicura, perché tu da venditrice la metti comunque a disposizione?"

 

Perché, da venditrice e da acquirente, il piego di libri lo ritengo sicuro, solo che se sei sfortunato rischi di dover aspettare anche 30 giorni. (D'altra parte non è solo il venditore che vuole essere competitivo ma pure l'acquirente che vuole risparmiare, quindi ci sta che a fronte di un risparmio i tempi si dilatino. Allo stesso modo, io, quando compro dall'estero, non vado in panico se il pacco ritarda, perché so bene che possono esserci contrattempi).

 

Poi, chi compra dovrebbe anche saper valutare, per conoscenza diretta, anche altri fattori, tipo com'è il servizio postale nella sua zona, se c'è qualcuno a casa o nel condominio che prende per tutti la posta non tracciabile o se invece i pacchi rischiano l'abbandono... tutte cose che chi vende non può sapere.

 

Il feedback è un'arma spuntata del tutto inefficace contro la truffa ed il raggiro. Non credo che sia capace di evitare i problemi di una vendita nata male o di un imbroglio.

 

Al primo che capita purtroppo no, ma poi, soprattutto se ci fosse un controllo sull'identità del venditore (penso a un sito di b&b famoso dove il controllo sull'identità è multiplo), dopo rilascio di negativo, gli altri acquirenti sono avvertiti.

 

Sul discorso delle norme... i problemi dipendono dalle persone ok ma qualcuno che deve prendersi la briga di giudicare, in modo serio, ci deve stare. E giudicare richiede un'attenta valutazione, non procedimenti meccanici (e, mi verrebbe da dire, per questo sulle norme e il loro rispetto o mancato rispetto, si va in tribunale, se se ne ha la possibilità). E se Ebay o Paypal non riescono a starci dietro, almeno fornire degli strumenti di valutazione preventivi al venditore, come leggevo in un'altra discussione (e qui vado sempre più off topic), tipo poter sapere se l'utente compare in molte liste di blocchi o se è plurirecidivo nel mancato pagamento (che, oltrettutto, se non ricordo male quello che ho letto, i mancati pagamenti incasinano molto la vita ai professionisti per via della rendicontazione).

Sui venditori, leggendo i feedback ricevuti, un'idea te la fai, dai feedback sugli acquirenti che te ne fai? E, ragionando da acquirente, per esempio se un venditore fa dropshipping senza dirlo (dando i miei dati a una terza azienda e facendo spedire da questa), non solo non viene sanzionato ma neanche posso scriverlo nel feedback. Cioè, io non faccio la spedizione tracciata dicendo nero su bianco i rischi e mi prendo la colpa e magari pure il feedback negativo (ammesso e non concesso che il pacco non arrivi) ok, assodato; un altro mi fa recapitare un pacco dando i miei dati a una terza azienda e non è che voglio il denaro indietro ci mancherebbe, voglio almeno che venga scritto da qualche parte come si comporta e invece nisba (ma su questo, misterious, mi hai già dato risposta nel 2016 (!) quando avevo sollevato il problema, dicendomi che non tutti i dati sono considerati sensibili eccetera ma tanto a me sta cosa del dropshipping, siccome sono poco rancorosa e ho una cattiva memoria Smiley LOL, ancora mi scoccia).

In tutto questo, e in altri casi di falle ben più gravi (perché, qui, mi rendo conto stiamo a discutere di sciocchezze perché la mia esperienza non è di truffe ma di incompresioni tra venditore e acquirente, dove verosimilmente siamo tutti in buona fede, al limite un po' leggeri nel valutare da ambo le parti alcuni aspetti della compravendita), il sistema di tutela messo su da ebay e paypal, mi sembra che sia da rivedere.

Messaggio 25 di 27
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Rif.: piego di libri non ancora ricevuto - acquirente apre controversia

"(ammesso e non concesso che il pacco non arrivi)"

 

Ecco, mi cito, perché mentre scrivevo si è chiusa la controversia e l'aquirente mi ha scritto che oggi le arrivato il libro. Speriamo finisca qui questa storia.

Grazie poste italiane per la rapidità della spedizione, perché sentivo proprio il bisogno (poi con questo caldo), di svagarmi un po' cercando di far capire "disperatamente" Smiley Felice all'acquirente che toccava solo pazientare.

È andata bene che c'ha messo "solo" 16 giorni, quando l'acquirente già si allarma al quarto...

 

Boh...dopo tutta questo navigare su problemi e problemi segnalati nel forum, mi sa che qui su ebay metto tutto solo con vendita "di persona" (a parte quegli oggetti di cui davvero mi devo liberare per fare spazio)...

Messaggio 26 di 27
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Rif.: piego di libri non ancora ricevuto - acquirente apre controversia


@lucyvanpelt86  ha scritto:

Io con la vendita per corrispondenza (poca roba, per carità) avevo rimediato pure amici di penna... esperienze diverse...

 

Purtroppo le cose non funzionano sul solo piccolo personale ma su realtà decisamente più ampie e più vaste di quanto si possa immaginare. Si deve prendere atto inevitabilmente, nel nostro modo di essere e di vendere se lo si fa, che si è parte di un sistema e di una realtà che è ben più grande di quanto noi possiamo valutare. Ecco perché quindi delle norme hanno una ben ampia giustificazione nel come sono fatte anche se in realtà non ci toccano direttamente ed ai nostri bisogni possono apparire addirittura farraginose e complicate..

 

 

Perché, da venditrice e da acquirente, il piego di libri lo ritengo sicuro, solo che se sei sfortunato rischi di dover aspettare anche 30 giorni. (D'altra parte non è solo il venditore che vuole essere competitivo ma pure l'acquirente che vuole risparmiare, quindi ci sta che a fronte di un risparmio i tempi si dilatino. Allo stesso modo, io, quando compro dall'estero, non vado in panico se il pacco ritarda, perché so bene che possono esserci contrattempi).

 

E quindi questo significa che tu lo puoi ritenere sicuro, cosa che normalmente faccio anche io, ma che in fondo in fondo tutta questa sicurezza non la hai nemmeno tu. Ed infatti un piego di libri ordinario può andare perduto e succede. A me è successo diverse volte. E non è vero nemmeno che un piego di libri, pacchetto ispezionabile ed al limite apribile (non lo fanno quasi più perché di fatto lo analizzano con gli stessi strumenti che si usano negli aeroporti), non possa fare gola a chi vuole farlo "sparire".

 

Fumetti o pezzi rari, parti di enciclopedie ecc. ecc. A me per esempio era successo con volumetti di enciclopedia particolari e rari. Spediti a più riprese allo stesso acquirente ed acquistate in più volte, i pieghi raccomandati sono arrivati, mentre i due pieghi ordinari no. E notare che erano spediti uno alla distanza di un mese dall'altro e con il medesimo destinatario.

 

Al primo smarrimento ho ovviamente rimborsato (e non era affatto poco), ma siccome anche lui voleva vederci chiaro, al secondo prima di ricevere rimborso (che poi nemmeno ha voluto dati i fatti), è andato personalmente a fare cagnara nell'ufficio recapiti della sua zona. Ovviamente colui che faceva "sparire" aveva scelto la vittima sbagliata ed alla fine si è scoperto che di sparizioni in quell'ufficio recapiti se ne trovavano un pochino troppe, ed il resto è diventata cronaca dei giornali locali. Io tendenzialmente mi fido del piego di libri, ma mica così tanto da metterci qualche arto sul fuoco. Penso nemmeno tu.

 

Al primo che capita purtroppo no, ma poi, soprattutto se ci fosse un controllo sull'identità del venditore (penso a un sito di b&b famoso dove il controllo sull'identità è multiplo), dopo rilascio di negativo, gli altri acquirenti sono avvertiti.

 

Sul discorso delle norme... i problemi dipendono dalle persone ok ma qualcuno che deve prendersi la briga di giudicare, in modo serio, ci deve stare. E giudicare richiede un'attenta valutazione, non procedimenti meccanici (e, mi verrebbe da dire, per questo sulle norme e il loro rispetto o mancato rispetto, si va in tribunale, se se ne ha la possibilità). E se Ebay o Paypal non riescono a starci dietro, almeno fornire degli strumenti di valutazione preventivi al venditore, come leggevo in un'altra discussione (e qui vado sempre più off topic), tipo poter sapere se l'utente compare in molte liste di blocchi o se è plurirecidivo nel mancato pagamento (che, oltrettutto, se non ricordo male quello che ho letto, i mancati pagamenti incasinano molto la vita ai professionisti per via della rendicontazione).

 

Ma queste sono tutte cose che presuppongono una organizzazione che nemmeno immagini. Paypal ed Ebay non hanno alcun interesse a fare una cosa del genere. E questo perché le loro "garanzie" non lo sono affatto. Che garanzia è quella basata su un rimborso che viene fatto eseguendo un prelievo forzato dalle casse del venditore, ergendosi a giudici che non sono, prendendosi l'ultima parola che non valutano affatto, e poi decidendo sostanzialmente a pera e senza basi per poi candidamente ammettere che non sono in grado di valutare le affermazioni dell'acquirente che si lamenta? Se non sono in grado di valutare non sono in grado di giudicare e quindi nemmeno di garantire, a me parrebbe.

 

E li si correbbe anche autori di un servizio di garanzia come questo? Sai che cosa significherebbe per loro una cosa del genere? Che si dovrebbero fare veramente garanti delle cose che avvengono; che si dovrebbero mettere a valutare caso per caso, prova per prova, documento per documento ed anche esporsi a denuncia se poi prendono comunque fischi per fiaschi. Ma quando mai se prendono questa briga. Senza considerare che loro non hanno nemmeno una sola base legale per fare questo genhere di controlli e nemmeno per fare il benché minimo giudizio su qualsivoglia cosa. Ebay e Paypal è meglio lasciarle perdere per come sono ora.

 

Solo se veramente Ebay si assumerà, come ha promesso, la responsabilità di essere un intermediario, le cose potrebbero cambiare radicalmente, ed anche lì in ogni caso si deve vedere.

 

 

Sui venditori, leggendo i feedback ricevuti, un'idea te la fai, dai feedback sugli acquirenti che te ne fai? E, ragionando da acquirente, per esempio se un venditore fa dropshipping senza dirlo (dando i miei dati a una terza azienda e facendo spedire da questa), non solo non viene sanzionato ma neanche posso scriverlo nel feedback. Cioè, io non faccio la spedizione tracciata dicendo nero su bianco i rischi e mi prendo la colpa e magari pure il feedback negativo (ammesso e non concesso che il pacco non arrivi) ok, assodato; un altro mi fa recapitare un pacco dando i miei dati a una terza azienda e non è che voglio il denaro indietro ci mancherebbe, voglio almeno che venga scritto da qualche parte come si comporta e invece nisba (ma su questo, misterious, mi hai già dato risposta nel 2016 (!) quando avevo sollevato il problema, dicendomi che non tutti i dati sono considerati sensibili eccetera ma tanto a me sta cosa del dropshipping, siccome sono poco rancorosa e ho una cattiva memoria Smiley LOL, ancora mi scoccia).

In tutto questo, e in altri casi di falle ben più gravi (perché, qui, mi rendo conto stiamo a discutere di sciocchezze perché la mia esperienza non è di truffe ma di incompresioni tra venditore e acquirente, dove verosimilmente siamo tutti in buona fede, al limite un po' leggeri nel valutare da ambo le parti alcuni aspetti della compravendita), il sistema di tutela messo su da ebay e paypal, mi sembra che sia da rivedere.

 

E se ti fai una idea, ti rendi conto che il feedback non serve a nulla. Se mai leggessi i feedback del mio account principale, che sono migliaia, ti annoieresti dalle prime due pagine e sono più di 100. Figurati per chi ne ha di più. E per poterti fare una idea vera, ovvero vedere se ci siano negativi messi con voci positive, se ci siano feedback ripetitivi e farlocchi, feedback da 0,1 centesimi ed altre tante cosette che potrebbero esistere con i feedback si impazzirebbe per ore ed ore. Questo dimostra che il feedback è roba spuntata ed inutile, e che serve veramente a poco. Ma non solo qui, ma in tutti i siti che utilizzino questo sistema.

 

Messaggio 27 di 27
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