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BAR SPORT (il tempo, lo spazio e le affinità elettive)

approdare qua è stato come raggiungere heimat , la terra natia. dopo la traversata di un deserto dove i compagni di viaggio svanivano inghiottiti dal ghibli, un oasi. un locale. lo gestisce una eterea creatura dal susohiki con connessione a banda larga. in un angolo della veranda seduto davanti a una spremuta di carote il mio amico. dopo aver comunicato solo per lettera, ho l'occasione di parlargli ancora. mi siedo. sono giunto.
ed ho una certezza: i compagni che ho lasciato non si sono persi tra la sabbia, stanno percorrendo altre strade e un giorno ci ritroveremo.... al bar sport al roxy bar o al tibetan blue.

^^^^^^^
queste il vissuto dell'altro giorno.
poi leggo un post di 7ghiri che parla di bar e ordina da bere.
è stato un lampo.
^^^^^^^

a volte per andare al bar passo davanti ad un locale in disarmo il Cuckoo's Nest, ritrovo un tempo alla moda, rovinato dalla mancanza di garbo del personale e dalla superbia e l'esosità dell'imprenditore. La tenutaria, anna karenina passa le giornate confabulando con se stessa e sporadicamente accoglie la fugace presenza di avventori in cerca delle vecchie glorie che animavano il luogo. a volte sono tentato di entrare a pavoneggiarmi un poco, ma la vita è breve e il tempo poco. ____




FREE S.O.B.ZONE
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BAR SPORT (il tempo, lo spazio e le affinità elettive)

mettiamola così: un conto è l'uso, un conto è l'abuso, un altro conto è il non uso pro domo sua. Image and video hosting by TinyPicImage and video hosting by TinyPicImage and video hosting by TinyPic
"Si abbia l'onestà di cambiare idea se le cose ci dimostrano il contrario"(A.Polo)
"Chi di spada ferisce, di spada perisce" (vecchio proverbio)
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brnantzoe
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Incredibile dichiarazione di draghi. era ora.

ECB's Draghi-low rates partly to blame for crisis

* Reuters
* , Wednesday June 11 2008

(adds Draghi comment, background)
AMSTERDAM, June 11 (Reuters) - Low interest rates contributed to the global financial crisis and central banks must learn a lesson from that, European Central Bank governing council member Mario Draghi said on Wednesday.
According to the text of a speech delivered in Amsterdam, Draghi said central banks had not been entirely successful in mitigating money market strains and he warned it was not clear whether the crisis had bottomed out.
"Things could still get worse," said Draghi, who heads the international Financial Stability Forum as well as Italy's central bank.
He said central banks should probably take some of the blame for the crisis because of "a monetary policy that has favoured excessive money and credit growth globally, and exceptionally low interest rates".
Looking forward, "there are lessons to be learned" for the conduct of monetary policy, he said.
ECB President Jean-Claude Trichet surprised markets last week by saying the bank may raise its key interest rate next month from the 4 percent level where it has stood for the last year.
"In this new financial landscape monetary policy has a financial stability dimension that central banks simply can no longer ignore," Draghi said.
"Central banks need to consider persistently rapid growth of money and credit aggregates as early warnings of financial imbalances and thus to monitor a wider set of indicators, not just inflation," the Bank of Italy chief said.
He added that the ECB's policy framework stands out for its comprehensive approach in this respect.
"Central banks intervened to ease the liquidity crunch. But it is now clear that the root of the problem is serious concerns over the quality of assets worth trillions of dollars," Draghi said.
Financial innovation was a double-edged sword, he said, and "can wreak financial havoc" when used to exploit loopholes through the use of the most opaque instruments.
He also warned of the consequences of central banks bailing out financial institutions.
"Bailing out one systemically relevant institution comes at the cost of encouraging further risk taking by others," he said.
At the same time, the shareholders and senior management of troubled institutions should bear as much as possible the cost of bailouts. (Reporting by Gavin Jones and Robin Pomeroy; editing by Stephen Nisbet)





"There is no means of avoiding the final collapse of a boom brought about by credit expansion. The alternative is only whether the crisis should come sooner as a result of a voluntary abandonment of further credit expansion, or later as a final and total catastrophe of the currency system involved.
Ludwig von Mise

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brnantzoe
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Ludwig von Mises.

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xcollezrrn
Utente della Community
L'articolo postato dal mendicante, sarà stato scritto dal famoso giornalista con le mechès (stipendiato dal fratello del trapiantato-rialzato-plasticato). E se non l'ha scritto lui, sarà stato un altro (ma lo stipendio sempre da lì viene).
Quindi, visto che si è fatto riferimento all'articolo del corriere, per correttezza informativa, postiamo anche quello.
Su Lazy Politic, invece, proseguirà il Travaglio.



Una sfilza di leggende
mercoledì, 11 giugno 2008 - 09:07
di Luigi Ferrarella, Corriere della Sera
Una sfilza di luoghi comuni, spacciati per verità, compromette la serietà della discussione sull’annunciato intervento legislativo sulle intercettazioni. Che siano «il 33% delle spese per la giustizia», come qualcuno ha cominciato a dire e tutti ripetono poi a pappagallo, è un colossale abbaglio: per il 2007 lo Stato ha messo a bilancio della giustizia 7 miliardi e 700 milioni di euro, mentre per le intercettazioni si sono spesi non certo 2 miliardi abbondanti, ma 224 milioni. Però è una leggenda ben alimentata. Si lascia credere il falso giocando sull’ambiguità del vero, cioè sul fatto che le intercettazioni pesano davvero per un terzo su un sottocapitolo del bilancio della giustizia: quello che sotto il nome di «spese di giustizia» ricomprende anche i compensi a periti e interpreti, le indennità ai giudici di pace e onorari, il gratuito patrocinio, le trasferte della polizia giudiziaria. Spese peraltro tecnicamente «ripetibili», cioè che lo Stato dovrebbe farsi rimborsare dai condannati a fine processo: ma riesce a farlo solo fra il 3 e il 7%, eppure su questa Caporetto della riscossione non pare si annuncino leggi-lampo.
«Siamo tutti intercettati» è altra leggenda che, alimentata da una bizzarra aritmetica «empirica», galleggia anch’essa su un’illusione statistica. Il numero dei decreti con i quali i gip autorizzano le intercettazioni chieste dai pm non equivale al numero delle persone sottoposte a intercettazione.
Le proroghe dei decreti autorizzativi sono infatti a tempo (15 o 20 giorni) e vanno periodicamente rinnovate; inoltre un decreto non vale per una persona ma per una utenza. Dunque il numero di autorizzazioni risente anche del numero di apparecchi o di schede usati dal medesimo indagato (come è norma tra i delinquenti).
«Le intercettazioni sono uno spreco» è vero ma falso, nel senso che è vero ma per due motivi del tutto diversi da quello propagandato. Costano troppo non perché se ne facciano troppe rispetto ad altri Paesi, dove l’apparente minor numero di intercettazioni disposte dalla magistratura convive con il fatto che lì le intercettazioni legali possono essere disposte (in un numero che resta sconosciuto) anche da 007, forze dell’ordine e persino autorità amministrative (come quelle di Borsa).
Invece le intercettazioni in Italia costano davvero troppo (quasi 1 miliardo e 600 milioni dal 2001) perché lo Stato affitta presso società private le apparecchiature usate dalle polizie; e in questo noleggio è per anni esistito un Far West delle tariffe, con il medesimo tipo di utenza intercettata che in un ufficio giudiziario poteva costare «1» e in un altro arrivava a costare «18». Non a caso Procure come la piccola Bolzano (costi dimezzati in un anno a parità di intercettazioni) o la grande Roma (meno 50% di spese nel 2005 rispetto al 2003 a fronte di un meno 15% di intercettazioni) mostrano che risparmiare si può. E già il ddl Mastella puntava a spostare i contratti con le società private dal singolo ufficio giudiziario al distretto di Corte d’Appello (26 in Italia).
L’altra ragione del boom di spese è che, ogni volta che lo Stato acquisisce un tabulato telefonico, paga 26 euro alla compagnia telefonica; e deve versare al gestore circa 1,6 euro al giorno per intercettare un telefono fisso, 2 euro al giorno per un cellulare, 12 al giorno per un satellitare. Qui, però, stranamente nessuno guarda all’estero, dove quasi tutti gli Stati o pagano a forfait le compagnie telefoniche, o addirittura le vincolano a praticare tariffe agevolate nell’ambito del rilascio della concessione pubblica.
«Proteggere la privacy dei terzi», nonché quella stessa degli indagati su fatti extra-inchiesta, non è argomento (anche quando sia agitato pretestuosamente) che possa essere liquidato con un’arrogante alzata di spalle. Ma è obiettivo praticabile rendendo obbligatoria l’udienza-stralcio nella quale accusa e difesa selezionano le intercettazioni rilevanti per il procedimento, mentre le altre vengono distrutte o conservate a tempo in un archivio riservato. E qui proprio i giornalisti dovrebbero, nel contempo, pretendere qualcosa di più (l’accesso diretto a quelle non più coperte da segreto e depositate alle parti) e accettare qualcosa di meno (lo stop di fronte alle altre).
Prima di dire poi che «le intercettazioni sono inutili»andrebbe bilanciato il loro costo con i risultati processuali propiziati. Ed è ben curioso che, proprio chi ha imperniato la campagna elettorale sulla promessa di «sicurezza» per i cittadini, preveda adesso di eliminare questo strumento che, per fare un esempio che non riguarda la corruzione dei politici, ha consentito la condanna di alcune delle più pericolose bande di rapinatori in villa nel Nord Italia, e ancora ieri ha svelato a Milano il destino di pazienti morti in ospedale perché inutilmente operati solo per spillare rimborsi allo Stato. Senza contare (c’è sempre del buffo nelle cose serie) che proprio Berlusconi ben dovrebbe ricordare come un anno fa siano state le intercettazioni, che ora vorrebbe solo per mafia e terrorismo, a «salvare» in extremis da un sequestro di persona il socio di suo fratello Paolo.
Ma il dato più ignorato, rispetto al ritornello per cui «le intercettazioni costano troppo», è che sempre più si ripagano. Fino al clamoroso caso di una di quelle più criticate per il massiccio ricorso a intercettazioni, l’inchiesta Antonveneta sui «furbetti del quartierino». Costo dell’indagine: 8 milioni di euro. Soldi recuperati in risarcimenti versati da 64 indagati per poter patteggiare: 340 milioni, alcune decine dei quali messi a bilancio dello Stato per nuovi asili. Il resto, basta a pagare le intercettazioni di tutto l’anno in tutta Italia.

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Messaggio 8594 di 9.753
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xcollezrrn
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Hook, 'sti "cazzo" di interventi che posti, o li traduci...o li traduci. Sennò, ho l'impressione, è come se parlassi da solo.

Parecchi masticano un po' di Inglese...molti di più, no. Ma anche per i primi è una fatica dover leggere un articolo in Inglese...dopo un minuto che stai ancora alla seconda riga, lasci perdere.

Prima o poi qualcuno te l'avrebbe detto...lo faccio io, che so' romanista come te e quindi...nun me ce pòi manna' eh eh

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xcollezrrn
Utente della Community
Anzi, fai una cosa. Riassumi. Io di te mi fido.

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xcollezrrn
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La medicina degli affari


Le accuse sono serie: omicidi crudeli, lesioni gravissime, truffe al Servizio sanitario nazionale. Alla clinica Santa Rita di Milano sono arrivati 14 ordinanze di custodia cautelare per medici primari e per il titolare, un facoltoso notaio. Ad agire è stata la guardia di finanza; e si è saputo che senza intercettazioni telefoniche non si sarebbe arrivati ad alcun risultato. Milano presenta di nuovo un doppio profilo: sono in gioco il diritto e la civiltà.
In primo luogo è messa in discussione la salute. Si direbbe che essa non sia più il fine di una clinica, chiedendo compensi esorbitanti che solo malati di famiglie abbienti possono sopportare. E curando alla meno peggio i non solventi. Oggi si cambia. Il giuramento di Ippocrate non vale per i ricchi né per i poveri. I primi avranno più televisione, camera singola, servizi a quattro stelle, conforto dei parenti. Le cure invece, spesso le anti-cure, saranno uguali per tutti. In quella clinica secondo le accuse, tutti i corpi sono oggetti, materia da trattare in modo conveniente, o da eliminare in termini economicamente vantaggiosi.
E' insomma invalso un atteggiamento ancora più avido di quello di un tempo. Il rapporto economico instaurato è ormai tra clinica e Servizio sanitario nazionale, tra clinica e assicurazioni. Si tratta di sfruttare al massimo i corpi e poi espellerli. Meglio vivi che morti, perché potranno servire un'altra volta, ma anche morti, va bene lo stesso, una volta esaurita la serie di esami costosi spesso inutili e di operazioni crudeli.
Sembra impossibile che tutto questo delirio sia messo in funzione per aumentare da 1.700 a 27.000 euro il compenso mensile dei medici. Le cifre sembrano incongrue entrambe: una troppo bassa, l'altra alta; ma cosa sappiamo davvero della medicina moderna? E poi, quale delirio? Dai tempi di Knock e del «Trionfo della medicina», il compito del medico non è quello di curare, ma di dare vita alla malattia, coltivandola sempre meglio, sempre più costosa.
Nel secolo scorso, negli anni del «Dottor Knock», questo testo - teatro o film - era considerato un crudele apologo ideato per mettere sul chi vive la società, affinché essa allontanasse i medici cattivi e imparasse di nuovo a curarsi. Ora invece quella corruzione appare del tutto possibile, forse generalizzata. La messa in vendita di tutto, ha investito anche i corpi umani, le vite delle persone più deboli; e tutti, prima o dopo, saremo deboli e bisognosi di cure. Tutto si vende, tutto ha un cartellino del prezzo. Un corpo vivo si può tagliare, ricucire, ritagliare; e lo stato paga. Oppure nel caso dei più benestanti, è l'assicurazione a pagare. La clinica incassa e se la malattia vince o se la malattia perde, non è poi così importante, tenendo conto di bilancio annuale e dividendo. Basta che a un certo punto qualcuno paghi la «cura». L'esito interessa al massimo qualche amico, qualche familiare di quel corpo in appalto. Le lacrime sono fuori corso.
C'è poi la questione delle intercettazioni. Il nostro timore è che i poveri corpi di questo Grand Guignol (lo splatter dei tempi di Knock) siano oltraggiati ancora una volta: presi a pretesto di una battaglia altrui.

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BAR SPORT (il tempo, lo spazio e le affinità elettive)

brnantzoe
Utente della Community
ahahah gere, vedrò quel che posso fare...cercherò di fare un enorme riassunto, il problema è che non so se iniziare dai romani o dai fenici...risolto comunque quell'inesplicabile, almeno per me, tabella dei consumi petroliferi...c'era qualcosa che non quadrava...insomma erano solo i consumi petroliferi, in realtà occorrono considerare anche le altre fonti di energia, carbone, idroelettrico, gas naturale e atomico.

link pertanto ad un altro documento che suddivide fonte per fonte e poi a pag. 41 la tabella riepilogativa del consumo paese per paese di queste fonti per l'anno 2006 e 2007.

il documento e in pdf.

//tinyurl.com/5o3p6l


tale documento tuttavia esclude il consumo di altri fonti: eolico, solare e geotermico.
solo sommando quelle fonti di consumo alle altre è possibile determinare il consumo di energia paese per paese.
è non è una voce da poco...anzi per la danimarca è una voce molto importante.
scorrendo pertanto la tabella pag. 41 è bene tenere in mente che la dove vi è un minor consumo di quelle fonti cosiddette convenzionali, corrisponde spesso un maggior consumo delle altre, cosiddette alternative.

esempio, la germania consuma nel 2006 329 milioni di tonnellate di energia convenzionale e nel 2007 311.
di quanto è aumentato il consumo di fonti alternative?

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xcollezrrn
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18+x?

Comunque, se parti dai Romani, puoi anche tradurre in Latino. Qui er latino lo conoscono tutti (eziandio).

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Messaggio 8599 di 9.753
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BAR SPORT (il tempo, lo spazio e le affinità elettive)

brnantzoe
Utente della Community
ma come 18 + x? e la radice quadrata, te ne sei dimenticato? certo che se la germania nel 2007 ha consumato la stessa quantità di energia del 2006, 18 arrivano dalla energia alternativa. se è così, non è poco.

riguardo all'energia atomica...che, a differenza di quella solare, rende al gestore che la vende...insomma funziona al contrario per il gestore dell'energia...se ho il solare sono io che vendo energia...dopo l'ora zulu insomma se ne può discutere...

gere, promesso...prima o poi...in latino?...non l'ho studiato...che materia è?

per il momento al bar solo link per i posteri, dovesse mai il primo settembre scoccare l'ora zulu (zulu pasadena time: 00h.00m.00s, dal 1 settembre 2008 scatta...dribblando l'ora legale)

Dichiarazione della BIS (banca dei regolamenti internazionali...)

June 9, 2008
Central bank body warns of Great Depression.

//tinyurl.com/6anfn7

The Bank for International Settlements (BIS), the organisation that fosters cooperation between central banks, has warned that the credit crisis could lead world economies into a crash on a scale not seen since the 1930s.

chiaramente è un...bluff, non è una presa di coscienza, sapevano già, non sono così stupidi come si crede...

vedremo cosa decidono di fare...

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