Diogenes Club
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in data 16-10-2011 13:14
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Re: Diogenes Club
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in data 16-10-2011 22:38
Ehilà, riapre il vecchio Diogenes club, travolto molto tempo fa dallo tsunami che spazzò via tanti bei forum da ebay, per motivi che solo LORO sanno (enon credo proprio che cancellare tutte quelle belle chiacchiere fece aumentare le transazioni).
Allora, rifacciamo un pò la storia letteraria di questo club: Fondamentalmente è una invenzione di sir Arthur Conan Doyle, che lo presentò come il luogo dove passa gran parte della sua giornata Mycroft Holmes, il fratello di Sherlock. A quei tempi era assolutamente precluso alle donne e vigeva la regola del silenzio assoluto. Gli ospiti venivano accolti in una sala a parte. Il personaggio di Mycroft eil Diogenes hanno colpito molto la fantasia degli holmesiani, tanto che entrambi appaiono praticamente sempre negli apocrifi, dove viene anche approfondito il ruolo di Mycroft all'interno del Governo britannico, di cui diventa una specie di consulente e agente diplomatico ufficioso.
Carter Dickson, scrittore americano holmesiano della prima ora, fa del suo personaggio Sir Henry Merrivale, detto Il Vecchio, uno dei soci del club. Essendo sir Henry un chiacchierone rumoroso e istrionico se ne deduce che le regole nel frattempo devono essere cambiate parecchio!
E così eccoci qua,sperandodi passare il tempo scambiandoci opinioni in pace e amicizia. Viene qualcuno a trovarci?
Re: Diogenes Club
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in data 18-10-2011 15:28
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in data 18-10-2011 15:56
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in data 19-10-2011 00:58
Non ti preoccupare, anche nel titolo del 3ad che aprii io c'era un errore di ortografia: cose che succedono. Vuoi cambiare avatar un'altra volta? Anche questa pupa che hai ora è nuova!
Re: Diogenes Club
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in data 20-10-2011 18:03
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in data 22-10-2011 21:53
Io non so perchè non c'è più una gran voglia di chiacchierare in giro. Mi spiego: una volta vedevi gruppetti di persone al bar, o sulle panchine, che semplicemente cominciavano col parlare del tempo e poi finivano in politica passando per il calcio e via di questo passo. Un'altra situazione tipica era lo scompartimento ferroviario: facendo lunghi viaggi mi sono sentito raccontare le vite di persone che non ho ovviamente mai più rivisto!
Certo, adesso abbiamo meno tempo, ma più mezzi. Eppure il conversare è diventato una sfida: vediamo se sono tanto sagace e offensivo da farti tacere. Oppure, peggio ancora, si pratica il silenzio assoluto: l'ambientazione ferroviaria di cui parlava prima non esiste più: i vagoni sono tutti perti, ma i viaggiatori guardano il proprio computer o tengono le cuffiette agli orecchi.Che poi mi domando: ma che cacchio ascoltano di tanto importante che non possono rinunciarci neanche un momento?
Dubbio: ma non è che stiamo tirando su una generazione di afasici semplicemente perchè non si allenano più a conversare?
Intendiamoci: non sono un nostalgico a tutti i costi, sennò non sarei davanti a questa tastiera, però forse qualcosa lo abbiamo sbagliato..
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in data 24-10-2011 15:36
Io non so perchè non c'è più una gran voglia di chiacchierare in giro. Mi spiego: una volta vedevi gruppetti di persone al bar, o sulle panchine, che semplicemente cominciavano col parlare del tempo e poi finivano in politica passando per il calcio e via di questo passo. Un'altra situazione tipica era lo scompartimento ferroviario: facendo lunghi viaggi mi sono sentito raccontare le vite di persone che non ho ovviamente mai più rivisto!
Certo, adesso abbiamo meno tempo, ma più mezzi. Eppure il conversare è diventato una sfida: vediamo se sono tanto sagace e offensivo da farti tacere. Oppure, peggio ancora, si pratica il silenzio assoluto: l'ambientazione ferroviaria di cui parlava prima non esiste più: i vagoni sono tutti perti, ma i viaggiatori guardano il proprio computer o tengono le cuffiette agli orecchi.Che poi mi domando: ma che cacchio ascoltano di tanto importante che non possono rinunciarci neanche un momento?
Dubbio: ma non è che stiamo tirando su una generazione di afasici semplicemente perchè non si allenano più a conversare?
Intendiamoci: non sono un nostalgico a tutti i costi, sennò non sarei davanti a questa tastiera, però forse qualcosa lo abbiamo sbagliato..
Quoto tutto cio' che hai scritto. C'e' quasi un atteggiamento di scocciatura sul chiaccherare, e persino su un saluto.
Il silenzio assoluto e' irritante, perche' mostra la totale indifferenza e freddezza di alcune persone; automi senz'anima, li definisco io.
Anche io ricordo vari incontri sul treno a raccontarsi vita, morte e miracoli con persone che si sapeva gia' non si sarebbero mai piu' riviste,ma che hanno lasciato un segno. A volte rammento con infinita tenerezza un signore con cui intrapresi una chiaccherata e fini' che parlammo di ciclismo, Coppi, Bartali. Era un fan e mi incantava l'entusuamo di cio' che raccontava e di come lo raccontava.
Le cuffiette? Ormai dappertutto, anche per strada, in moto, ovunque.
Si io sono molto nostalgica, non posso farci nulla, ma non perche' vivo del passato, ma perche' questo presente non mi si confa'..non mi ci ritrovo e non riesco ad adattarmi; e sai che ti dico? Che ne vado fiera di questo...
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in data 27-10-2011 21:22
Adesso dico una cosa per paradosso: è colpa di Maria de Filippi e di Maurizio Costanzo:^O!
Mi spiego: io mi ricordo la televisione degli anni 70. Era un pò noiosa, di sicuro, ma più educata. C'erano le tribune politiche in cui un anfiteatro di giornalisti interrogava il politico di turno: ognuno parlava quando ne aveva facoltà, il politico rispondeva con veemenza o con calma, ma sempre con rispetto, il giornalista aspettava il prossimo turno per replicare.
Poi c'erano i confronti fra politici avversari: ricordo una puntata epica con Almirante e Pannella, ad esempio. Scontri verbali incandescenti, ma che mai trascesero la buona educazione e il rispetto reciproco.
Inoltre a quei tempi, e con quegli uomini, c'era da imparare se non altro il buon uso della retorica, che non è ipocrisia o pura apparenza, ma il buon uso del linguaggio, la capacitò di scegliere i termini migliori e più efficaci per esprimere il concetto.
Poi è arrivata Maria de Filippi. Vi ricordate uno dei suoi primi programmi, Amici? Il primo ad avere questo titolo era fatto così: un ragazzo arrivava e raccontava un suo problema, poi una platea di ragazzi interveniva e poteva dire quello che voleva, quindi accuse, urla, insulti ecc ecc.
Intanto Costanzo creava Sgarbi e altri personaggi simili (molti per fortuna sono spariti).
Ecco: tenuto conto dell'influenza della televisione su noi tutti, credo che questo sia il simbolo, e una delle cause della morte del piacere del dialogo.
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in data 29-10-2011 20:13
:^O
condivido su Maria de Filippi e Maurizio Costanzo :^O
E qui in Italia, ancora, non siamo arrivati ai livelli di alcuni programmi in America, simili ad Amici , dove se le suonano senza ritegno.Falso o vero che sia, e' una benemerita vergogna fare trasmissioni cosi' 😐
E la societa' odierna rispecchia fedelmente il comportamento di quella tv spazzatuta, che sicuramente e' finzione; ma nella vita ha assunto un comportamento reale, perche' l'esempio che ci viene mostrato e fatto passare come reazione normale ( che una volta avrebbe inorridito persino i delinquenti) ha fatto....piano piano....in maniera subdola fatto " abituare" le coscienze, oltre che i cervelli.


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