Allora: il venditore può non applicare l'Iva sulla spedizione indicando che il riaddebito del costo avviene ex art. 15 DPR 633/1972. In pratica, vuol dire che si afferma che il venditore sta eseguendo la spedizione ma che il costo viene per contratto considerato a carico dell'acquirente. La differenza non è capziosa. Se io vendo qualcosa si suppone che le spese di consegna del bene (sia dentro un negozio, sia per consegna a Bogotà) le sopporto io. Se invece sto anticipando soldi per conto di un altro potrò dire che sono ex art. 15 DPR 633/72. La differenza non è sull'applicazione dell'Iva da parte del vettore che usiamo (poste, TNT, ecc.) ma sulla considerazione di capire "a carico di chi" sono le spese di spedizione. E comunuqe poste italiane rilascia la fattura per la spedizione come per l'acquisto di francobolli, il tutto, ovviamente, senza Iva!
A conferma di quanto sopra riporto stralci due Risoluzioni del Ministero delle finanze (per non sembrar che dico a vanvera...)
R.M. 19/05/1973 prot. 502030
"Per quanto riguarda, infine, le spese postali ritiene lo scrivente che, ove nelle condizioni contrattuali di vendita sia previsto che le spese stesse siano a carico dell'acquirente, si verifica un'anticipazione in nome e per conto del cliente, non imponibile ai sensi dell'art. 15, n. 3, del ripetuto decreto n. 633."
R.M. 11/03/1977 prot. 364698
"a) nelle condizioni generali di vendita sia esplicitamente indicato che le spese postali di spedizione sono a carico dell'acquirente;
b) le somme escluse dalla base imponibile siano documentate dalle singole ricevute postali di spedizione o, globalmente, dalla distinta e trovino riscontro nel supporto magnetico valido ai fini della fatturazione meccanografica delle operazioni."
Grazie, prego, non c'è di che...