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in data 11-05-2005 16:39
Se hai domande e soprattutto se hai risposte partecipa alla discussione.
Chiunque con i suoi quesiti e le sue indicazioni od esperienze è utile, quanto necessario, ad arricchire la discussione.
N.B. Si pregano facinorosi, contrabbandieri, spacciatori di materiale contraffatto, industriali della masterizzazione, ideatori di vendite piramidali, esperti in ogni pratica illecita pepetrata su Ebay a dare il loro fattivo contributo astenendosi dagli interventi.
Leo

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in data 17-03-2009 10:27
-il regime dei minimi, o forfettino o forfettono non è ammesso per la compravendita di oggetti usati
-ti rimane il regime del margine, oppure la contabilità semplificata
ma....un attenta scelta la può fare un commercialista, con dati alla mano (costi previsti, previsione delle vendite)

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in data 17-03-2009 12:18
Reg. minimi: modalità di determinazione delle tasse (Irpef) semplificata con ripercussioni sull'Iva.
Reg. margine: sistema di determinazione dell'Iva per taluni soggetti e talune compravendite (beni usati ecc).
Nulla vieta - già detto!!! - che uno compri da un privato e applichi poi l'Iva "normalmente" al momento della vendita. Il fatto è che pagherà molto di più, tutto qui, dato che il margine serve ad agevolre..
Mille ha ragione, ti serve un bravo commercialista con dati alla mano, fermo restando che nessuno ha la palla di vetro e se alla fine dell'anno pagherai 300 euro di più mica sarà colpa sua, eh?
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in data 18-03-2009 20:43
Regime contabile della franchigia per contribuenti minimi
non capisco cosa sia ora il Regime del margine??? è la stessa cosa???
Inoltre non riesco a capire come avviene la tassazione totale - se si ha un ricavo lordo di 25.000 euro - quali sarebbereo le tasse da sottrarre? - Dovrei togliere quasi 3000,00 euro di INPS, i costi di vendita su Ebay - Paypal circa 4000,00 euro , i costi di esercizio, consumi vari energetici, collegamento internet, spostamenti ecc. circa 2000,00 euro,e siamo già su i 9000,00 euro -
Ora come faccio a quantificare il reale valore di carico dei miei oggetti da collezione che ho accumulato nell'arco degli anni - come faccio a stimare un libro??? - faccio un esempio, un catalogo dei pittori del "900" di Bolaffi anni 60 del valore iniziale di circa 150.000lire acquistato negli anni 80 a circa 500.000 lire, mentre ora lo stesso ha un valore di vendita di circa 1000 euro, in che modo devo venderlo - ???
come faccio a caricarlo, con che valore lometto in vendita,come facio a giustificarne la provenienza a distanza di anni ???
indipendentemente se devo o non tenere dei registri contabili - come si fa a dare un valore reale e attuale a simili materiali ??? perchè se ho ben capito dovrei calcolare l'iva, pagarla, non so in che percentuale -
Inoltre se ho ben capito tolte tutte le tasse vive di gestione precedentemente dette - vi è un ulteriore tassazione IRPEF sui guadagni, o sul ricavo, e in che percentuale ??? con questo: -
Regime contabile della franchigia per contribuenti minimi - o - Regime del margine - ammesso che siano la stessa cosa????
In pratica stavo balenando l'idea di far vendere legalmente per qualche anno, i migliaia di materiali catacei che ho in possesso, a mio figlio(che ha un lavoro par-time) - che naturalmente gli donerei - per poi chiudere definitivamente il tutto - recupererebbe almeno altri contributi INPS - e venderebbe in modo più appropriato il tutto - senza rimetterci ulteriormente e senza correre rischi inutili e dannosi -
Se non ho le idee chiare di quanto potrei guadagnare su un ricavo che va tra i 25.000 e 30.000 euro l'anno, non so se varrebbe la candela, e mettere in moto un meccanismo fiscale solo per alcuni anni -
- ho qualche migliao di riviste e giornali raccolte nell'arco degli anni, una serie molto ampia di libri importanti dei quali ho un catalogo aggiornato: - manuali,libri d'arte, storia, archeologia, della quale sono un appassionata, ecc. molti dei quali ricevuti in regalo per particolari occasioni, o donazioni verbali di amici, ecc. -
Ora questi materiali - non posso più tenerli - per ragioni di spazio ed anche perchè non riesco più a gestirli - è possibile che per venderli separatamente devo aprire necessariamente una partita IVA ??
non capisco perchè non ci siano leggi più appropriate per la vendita di materiali usati - c'è un evidente limitazione della libertà commerciale individuale - ci sono collezioinisti che hanno accumulato materiali di valore per anni lasciati dai nonni e dai genitori e che hanno poi ceduto tutta la tematica in una sola volta - ma chi realizza collezioni cartacee di giornali , opuscoli, riviste, libri tematici, ecc. in pratica informazioni, culturali di vari settori ha difficoltà a cederli, e come me, si è costretti a cederli singolarmente, se non addirittura a gruppi tematici - negl'anni addietro, ho comprato libri importanti e costosi che sarò costretta a svendere al solito libraio affarista - oppure... mentre le riviste e i giornali - a questo punto li dono ad una Biblioteca Pubblica, come ho già fatto in precedenza per altri materiali -
per il restante: manifesti, posters, blochures, fumetti,gialli, i miei amati Urania,i Delly e gli Armony di mia sorella, ecc.
Farò un falò!!!!!!!!
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in data 19-03-2009 21:37
Per pretendere di guadagnare qualcosa, dopo aver adempiuto a tutti gli oneri necessari per tenere in piedi una ditta, devi fare una mole di lavoro impressionante visto che le tue aste sono di piccolo importo.
In pratica una giornata di lavoro per riportarti a casa, forse, un misero stipendio.
Trovati un lavoro serio che è meglio.
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in data 20-03-2009 10:05
non hai tutti i torti, ma questo non è un lavoro, lo potrebbe diventare, chiaramente con enormi sacrifici
d'altronde anche tu vendi materiali usati, senza un negozio Ebay, certamente di tua proprietà storica. Ma si può continuare a vendere in questo modo?? Non vale il concetto del giro di affari - ma quello della continuità della vendita subordinato ai ricavi per i quali non esiste un limite ne tantomeno una base di partenza, per cui tutti dovrebbero essere perseguibili dalla legge:Non lo si fa per ragioni di opportunità, e convenienza. Ecco perchè la legge attuale è sbagliata. Non si dovrebbe nè si potrebbe vendere nulla, a maggior ragione l'usato che avrebbe bisogno di una giustificazione di provenienza, di una stima effettiva del valore commerciale - e dell'applicazioe dell'iva - Praticamente tutto ciò che avviene su Ebay e sua altre vetrine di vendita è in gran parte sbagliato-
A Napoli due tre volte all'anno si tiene nel più grande contenitore commerciale del SUD - nella Mostra D'Oltremare - La Fiera del Baratto e dell'Usato con centinaia di venditori occasionali - dove si vende di tutto, usato, creazioni artistiche, ecc. a cui partecipano anche interi condomini che raccolgono materiali e delegano alla vendita un solo soggetto , quindi non una Fiera di scambio, ma in pratica è un vero mercato - naturalmente per partecipare si pagano fior di quattrini ad una Organizzazione - o Associazione che sia - come si fa con Ebay -
e tutto ciò senza registrare introiti da parte dei partecipanti, senza una base di tutela nei confronti degl'acquirenti, ecc. Chi ci guadagna senza problemi in pratica è l'Organizzatore della Fiera che prendono anche giusti introiti pr l'ingresso dei visitatori - mentre i partecipanti professionali o occasionali non sono soggetti a nessuna disciplina fiscale, non perchè non esiste, ma perchè non ci sono norme appropriate che permettano una tassazione reale sul giro d'affari di ognuno - in pratica non sono controllabili.
Mentre su Ebay e su Internet in genere - ciò è possibile perchè si lasciano evidenti tracce - Quindi c'è il bisogno - di leggi innovative - che trattino l'argomento e l'eventuale tassazione all'origine, questo naturalmente per quanto riguarda l'usato, che con l'innovazione del Web ha ormai raggiunto degli interessi commerciali mondiali - ma dal punto di vista legislativo è rimasto al palo del mercatino dell'usato rionale.
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in data 20-03-2009 10:30
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in data 21-03-2009 08:04
Si può dire di tutto compreso ironizzare.
Questo non toglie che le migliori collezioni stanno dentro le case degli italiani non certo nei musei.
E' evidente che non conosci i collezionisti e il mondo del collezionsimo.
Non c'è regola, non ci sono canali definiti, quasi tutto è lasciato al caso, alla fortuna, al fiuto del collezionista.
Lo stesso pezzo pagato una fortuna dopo qualche anno può non valere nulla e viceversa.
Mettere regole ad un sistema schizofrenico come il collezionismo privato è possibile, ma con quali risultati ?
Come paventato da alcuni il sistema di regolarizzare le cose su eBay ci sarebbe ma dicono non si possa fare, troppo semplice nella società alla continua ricerca delle complicazioni.
Ebay trattiene un tot ogni vendita e la rigira allo Stato.
Questo farebbe felice un sacco di gente ben contenta di essere in regola col fisco senza tanti sbattimenti tra tutte le incognite e incombenze di avere una ditta.
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in data 21-03-2009 20:08
"E' evidente che non conosci i collezionisti e il mondo del collezionsimo.
Non c'è regola, non ci sono canali definiti, quasi tutto è lasciato al caso, alla fortuna, al fiuto del collezionista.
Lo stesso pezzo pagato una fortuna dopo qualche anno può non valere nulla e viceversa."
Il problema non è mai il collezionista in genere, ma il collezionista che perde la sua natura di "folle" e decide di trarre un qualche profitto dalla sua passione.
Io colleziono di tutto: penne, orologi, tazze, magliette dei concerti, dischi... ma non ho mai pensato, e se lo facessi sarei pazzo, che quel che faccio mi può portare qualcosa in più che l'appagamento della mia passione. Il collezionista spende per definizione, e non vende, al più scambia. Non vuole profitto, insomma.
Chi lo vuole, cambia il cappello, e diventa commerciante, casomai di cose che ama e conosce, ma sempre commerciante. E questo dovrebbe essere chiaro a tutti....
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in data 21-03-2009 20:12
"E' evidente che non conosci i collezionisti e il mondo del collezionsimo.
Non c'è regola, non ci sono canali definiti, quasi tutto è lasciato al caso, alla fortuna, al fiuto del collezionista.
Lo stesso pezzo pagato una fortuna dopo qualche anno può non valere nulla e viceversa."
Il problema non è mai il collezionista in genere, ma il collezionista che perde la sua natura di "folle" e decide di trarre un qualche profitto dalla sua passione.
Io colleziono di tutto: penne, orologi, tazze, magliette dei concerti, dischi... ma non ho mai pensato, e se lo facessi sarei pazzo, che quel che faccio mi può portare qualcosa in più che l'appagamento della mia passione. Il collezionista spende per definizione, e non vende, al più scambia. Non vuole profitto, insomma.
Chi lo vuole, cambia il cappello, e diventa commerciante, casomai di cose che ama e conosce, ma sempre commerciante. E questo dovrebbe essere chiaro a tutti....
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in data 01-04-2009 17:17
presento l'attivita che vorrei aprire.
Vendita ESCLUSIVAMENTE online tengo delle cose in garage. La maggior parte delle vendite è su ebay ma anche dal sito.
per quanto ho capitto leggento mi serve:
permesso vendita a distanza
iscrizione camera di commercio
apertura PIVA
PAgamento inps
e ci simao.
( anche se non ho capito alla fine quano mi costera )
avendo gli oggetti che vendo in garage devo avere un permesso di magazzino? Se si cosa comporta ..il mio contratto di casa ( in affitto ) è abitativo non commerciale.
forse sono domande doppie ma non credo di aver trovato risposte fino ad ora nel post.
